Ego Filosofia:
leggi il giornale EGO:
2003:
2004:
2005:
2006:
2007:
2008:
2009:
2010:
2011:
2012:
2013:
2014:
2015:
2016:
2017:
2018:
2019:
2020:
|
|
Periodico di Informazione Culturale e di Ricerca Filosofica
Direzione, Redazione, Amministrazione: Via Reano, 1 bis
- 10147 Torino - Tel e fax 011 3853793
Direttore Responsabile: Carla Orfano - Autorizzazione Tribunale di
Torino n° 5671 del 13/02/2003 |
NUMERO 2 - anno 5° -
Febbraio 2007
|
PAGINA 4
"La nazione che distrugge il suo suolo distrugge se
stessa"
Franklin Delano Roosevelt
|
Semaforo verde
Stamattina ero in auto.
Un tragitto che faccio spesso.
In genere ci impiego mezz’oretta, minuto più minuto meno.
Stamattina era una di quelle mattine fortunate: tutti i semafori verdi!
Ci ho impiegato dieci minuti soltanto.
A volte mi capita di infilare tutti semafori verdi, poche volte per la verità, ma non ci faccio caso più di tanto. Stamattina invece mi sono proprio sentita fortunata e compiaciuta nel vedere la strada spianata dai semafori verdi.
Ho pensato: “che bello se fosse sempre così anche nella vita! Magari…!”.
Invece la vita non è sempre “rose e fiori” e, come in auto, non abbiamo sempre il verde.
C’è anche il rosso.
Anzi ci sono dei periodi in cui ci capitano solo semafori rossi, e quando è rosso siamo costretti a fermarci.
E abbiamo modo di riflettere.
Se fossimo più attenti, più presenti a noi stessi, vedremmo che, prima del rosso, c’è sempre il giallo che ci avvisa.
Ma spesso non lo consideriamo, non gli diamo importanza.
Fermi, a riflettere, abbiamo un’opportunità: possiamo vedere che esistono anche “gli altri”, cioè esseri umani come noi, con gli stessi diritti e gli stessi bisogni.
Se il rosso non ci serve per osservare e per riflettere, se non lo viviamo così, allora il “verde” che verrà non sarà di gioia, sarà solo una cosa “dovuta” e non saprà di buono.
Se col rosso abbiamo compreso il rispetto, allora sì che il verde porterà con sé tante rose e tanti fiori!
Rosanna
Primo giorno
dell'anno
Il primo giorno dell’anno!
Vorrei lasciarmi dietro le cose brutte dell’anno passato, tante, tutte nel pensiero, tutte nella memoria, tutte nel sentire un’emozione, uno stato d’animo, un guizzo, un’ansia, un’invidia, una gelosia, una ribellione.
Solo quelli vorrei buttare alle spalle, non per dimenticarli, ma dando loro una spiegazione, un motivo logico, un perché: solo comprendendo li lascio dietro, solo così e non in un altro modo.
E se mi convincessi di averli compresi tutti i pezzetti del mio puzzle sarei bugiarda, poiché mille perché e dubbi vari popolano i miei pensieri e di alcune cose non so proprio il perché e non sempre mi chiedo il perché di tutto, a volte lo ignoro, faccio finta di aver capito, superato, sopportato.
No, non è così che si fa e so già che poi la pagherò, che i nodi verranno al pettine, tutti, non ne salverò uno che è uno.
Vorrei un anno senza TV, né giornali, né gente che sta male per malattie o rovine famigliari, senza bronci o ripicche né competizioni, ma so che se io non cambierò, non potrò chiedere questo ad altri, perché solo io potrò fare qualche cosa per me stessa, solo io e basta ed io sono la società e poi sarò presto nonna e quale esempio vorrò dare a questa nuova creatura?
Devo migliorare per forza, ne ho un dovere maggiore di ieri, ancor di più per il futuro mio e delle nuove generazioni.
Buon 2007 a tutti!
Luigina
Un po' di
confusione
Angoscia di immagini, saloni tecnologici, volti incollati a schermi, forme, colori, prezzi sempre più alti, desideri martellanti.
Sento le parole della gente, la vedo interessata dell’ormai assurdo mondo delle novità; le guardo anch’io, ma non con quegli occhi.
Sì certo, possono servire alcuni, altri no, sono assurdi, assurdi automatismi di ogni cosa per eliminare la fatica, ma anche ogni forma di fantasia umana, ormai c’è chi fa tutto e bene ed in fretta, si è perso il gusto del fatto in casa a mano, si è perso il gusto delle cose belle e buone, devono essere appariscenti, veloci, eccessive, che colpiscano, sempre l’ultimo modello certo e, se non è proprio l’ultimo, si cambia.
Amarezza in bocca lì in quel grande emporio di novità dove devi essere fortunato a catturare un commesso che ti ascolti.
Dove è finito il negozio vicino a casa dove ci andavi da anni e dove ti prestavano la massima attenzione?
Ti davano consigli preziosi e, se c’era qualcosa che non andava, a cambiare prodotto ci voleva un attimo!
Qui, tra tempi tecnici ed errori per disattenzioni, ci abbiamo messo due ore e non conosciamo le qualità del prodotto, perché la commessa non le sa neppure lei!
Ho provato un senso di piattume, di pressapochismo, di freddezza, di usa e getta, di precarietà, di provvisorio, di non amore per l’uomo.
Non che il progresso tecnologico non serva, per carità, ma i suoi eccessi lasciano veramente sconcertati ed il modo di proporli altrettanto!
L. A.
Nel silenzio...
C’è spazio, c’è spazio...
allargarsi emersione, c’è spazio, tanto.
Allargamento espansione, erba che cresce di notte, in silenzio, il buio non è di notte, di notte è la quiete; la terra respira, respira sempre ogni istante.
Notte che copre, che racchiude, che conserva, che protegge ed aiuta a crescere l’erba.
Notte luminosa che è calma, che c’è la luce per l’erba.
Cammino che si allarga, c’è spazio, c’è molto spazio che si allarga.
Lo spazio contiene tutta la notte, ed in quella quiete l’erba continua a crescere, ed i fili d’erba respirano... respirano e cantano.
G. P.
Le nostre fotocopie
C’è un detto: lontan dagli occhi, lontan dal cuore.
E i pensieri sono lontani anche se non vedono ciò che fa soffrire?
I pensieri sono sempre lì, pronti a scattare come tigri, a saltarmi addosso,basta lasciare un piccolo varco, un piccolo sprazzo di invidia, di maldicenza, di insofferenza.
In vacanza sono più rilassata e di conseguenza i pensieri sono più silenti, meno invasivi.
Ma anche qui, nonostante tutti i miei sensi siano immersi nella bellezza, quiete, mancanza di competizione, ebbene anche qui vedo come sottilmente un pensiero mi sta disturbando.
Alto là, io l’ho visto, non è riuscito a farmela.
L’ho smascherato.
Qui ero più presente, ma tante sono le volte in cui non mi accorgo di nulla e i pensieri mi invadono ed io mi trovo nel caos della sofferenza.
I pensieri fanno il loro lavoro, sta solo a me essere più pronta nell’osservarli e non permettere di farmi del male.
Ede
Conoscermi
La vita oggi mi ha dato un’opportunità in più per conoscermi meglio, per andare dentro di me, vedere me, e ho visto più chiaro che tutto dipende da me, che io stessa sono ostacolo alla mia crescita, quando aspetto che l’altro mi dia, quando do all’altro la colpa di quello che ricevo.
E’ vero che lo ricevo, che l’altro lo fa uscire da sé, ma io permetto che entri dentro di me, facendomi del male.
Non proteggo me e se non proteggo me non amo me, amarmi vuol dire prendere coscienza che la mia vita è importante e la devo difendere io, difendere non solo dagli altri, ma dai miei stessi pensieri.
Se non osservo i miei stessi pensieri non amo me, scarico ancora sull’altro, perché sono io che mi lascio sopraffare dalla mia stessa aspettativa, dalla mia stessa pigrizia, dal mio non voler andare in fondo su come sono fatta.
Oggi mi è venuto più chiaro il senso di responsabilità di me, verso di me, della mia vita, basta accusare sempre gli altri, che lagna, basta adagiarsi in questa litania, in questa pigrizia, basta, che noia, che barba, ed io, io che faccio?
Gianna che fai?
Guardati bene dentro, guarda la tua pigrizia, il tuo lasciare andare la tua vita come una barchetta che il vento o la tempesta muove nel mare.
Sii tu timoniere della tua vita, capitano di mare della tua vita, nessuno può essere il capitano della tua vita.
Altrimenti è solo sofferenza inutile.
Gianna
Mitologia
Sogno, realtà, vita, sogno, problemi, sogno, realtà, grazia, luce, bellezza, profumi, suoni, cicale, uccellini, ronzio di insetti, sole al tramonto.
Una colonna greca svetta, mi ricorda la mia amata mitologia greca.
Da studentessa era la materia che preferivo, mi piaceva tanto immergermi in quei racconti di eroi,che palesavano tutte le debolezze umane, ma che mi permettevano di sognare un mondo che io credevo diverso dalla mia realtà quotidiana.
Erano i compagni di lunghe peregrinazioni nel mio mondo fantastico.
E in questa atmosfera assumevo un’ espressione un po’ attonita, distaccata che faceva pensare a una certa lentezza intellettiva.
Per superare questo, che per altri era un limite, ho cercato, in tutta la mia vita, di vivere come piaceva agli altri per non deluderli, perdendomi nelle nebbie di un sogno che non era la mia realtà.
Come un pacco sono passata dalla famiglia ad un marito, come un pacco ho generato figli senza la responsabilità necessaria.
Dopo tanti anni ho preso coscienza che la vita non è in mano ad altri, ma è solo mia: non posso continuare a negarmi sia nel bene che nel male: la responsabilità è un grande punto di partenza per acquisire e vivere pienamente la mia vita.
E. D.
|