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Periodico di Informazione Culturale e di Ricerca Filosofica
Direzione, Redazione, Amministrazione: Via Reano, 1 bis
- 10147 Torino - Tel e fax 011 3853793
Direttore Responsabile: Carla Orfano - Autorizzazione Tribunale di
Torino n° 5671 del 13/02/2003 |
N° 3
anno 13°
Dicembre 2014
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PAGINA 4
"La fiducia in se stessi è il primo segreto del successo"
Emerson
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Un accento
biricchino
Perdono e perdono. Per caso, leggendo la prima parola, perdòno, in uno scritto del nostro giornale, all’improvviso mi sono accorta che è scritta esattamente come la parola pèrdono, basta spostare l’accento nella lettura; la prima è la terza persona plurale del verbo perdere, la seconda è la prima persona singolare del verbo perdonare.
Ma se ci mettiamo uno spazio ecco che si legge per dono, ossia come cosa regalata.
Chissà perché mi è venuta quest’associazione, ma è stata l’occasione per vedermi un aspetto del mio perdere e del mio perdonare, su cui non mi ero mai soffermata. Ho visto le cose perse, quelle che ricordo, ho visto i miei tempi persi, quelli che ricordo ora, ho visto le occasioni perse nella vita, quelle che ricordo, ho visto un elenco di perse, di perduti, di smarriti, affetti, oggetti, occasioni, tempi, e ho visto poi i sensi di colpa che si sono subito dopo scatenati, tutti dentro di me. E come mi hanno lavorato dentro, bloccandomi e facendomi perdere me nel momento in cui si scatenavano.
C’è voluto tempo, quanto tempo per comprendere le trappole in cui mi ero ricacciata con i miei sensi di colpa, colpa per la mia incoscienza, colpa per la mia superficialità, colpa per i miei errori, colpa per la mia visione con i paraocchi di un asino, colpa per le mie distrazioni, per le mie abitudini, colpe, innumerevoli colpe.
E poi dopo, il passaggio alla comprensione del mio passato, passaggio lento, faticoso, perché anche lì ci ho messo tanto tempo, il mio tempo, e continuo a metterci tempo, ma poi, nella mia lenta comprensione, ho visto che nella comprensione scatta la parola perdono, il perdono, io perdono, ma tutto è un perdono, un dono per me, un incontro con me, che è il dono più grande che la vita mi potesse dare, perché io oggi possa camminare con dignità, con me, alleggerita da tutti quei pesi che ho cominciato a vedere e che continuo a vedere, perché voglio essere una donna libera.
Gianna
Quando scrivevamo a
mano
Quando scrivevamo le lettere a mano, sul foglio bianco, e iniziavamo con “Carissimo”, “Carissima”, Mio caro”, “Mia cara”, “Miei cari” e giù a raccontare di noi, della nostra vita, dei nostri sogni, delle nostre esperienze, dei nostri bisogni.
A pensarci bene era bello scrivere le lettere ed aspettarle, ma oggi, oggi che non scrivo più lettere e non ricevo più lettere, al massimo una cartolina, mi chiedo quanto veramente quelle lettere fossero veramente destinate al destinatario, alla destinataria, ai destinatari, quanto c’era di apparire, di essere veramente sinceri.
Oggi, oggi che ho la fortuna di scrivere nel mio quaderno, di comprendere quanto questo nuovo scrivere è veramente tutt’altra cosa, il destinatario, il carissimo, la carissima sono io, io che oggi capisco che quelle lettere non erano quasi mai totalmente sincere, totalmente dal cuore, ma filtrate continuamente dal pensiero di fare bella figura, di apparire quel brava che non ero, di apparire quella giusta che credevo di essere e così volevo apparire.
Qui, nel mio quaderno, oggi comprendo sempre di più che non posso nascondermi e se non capisco, non comprendo quello che realmente c’è nel mio scritto, c’è sempre Carla che mi aiuta, ci sono i miei amici del cuore, della nostra Ego, che mi aiutano a comprendere cosa c’è realmente nel mio scritto.
Senza paure, senza giudizi, ma solo con l’apertura per migliorarci. Per migliorarmi, per conoscere me, per crescere. E cosa c’è di più bello nella vita?
Niente. Tutto questo è un dono magnifico che apre il cuore, che ci rende sempre più liberi dai condizionamenti, che già hanno fatto tanto e fanno tanto per farci soffrire.
Giovanna Casu
Giudicare gli altri
Giudico gli altri e si, gli altri non hanno il mio mondo. Non sono come vorrei io, secondo il mio di mondo. È quindi giù a dare giudizi. Mi dimentico che gli altri hanno il loro mondo, i loro bisogni, le loro ansie, i loro condizionamenti, le loro aspettative.
Troppo spesso ci sono io e solo io con il mio mondo. Quando un altro esterna un aspetto del suo mondo che cozza con il mio ecco che si presenta lui: il mio giudizio. Lui mi chiude, crea la frattura. Nasce l'incomunicabilità. E allora vedo tutto impossibile. Vince il pessimismo e la voglia di fuga.
Non ci posso ancora credere che sia tutto finito!
Anni e anni di dolore, di tormenti, di rancori, di odio, di desiderio che l'altro sparisse.
Tutto inutile. Ho compreso bene che noi siamo il problema e noi la soluzione. Tutto dipende da me.
Tutto parte da me. Siamo soli a risolverci le cose. Nessuno può fare al posto mio. Non conoscevo il perdono e invece è possibile. Ci sono arrivata grazie al lavoro continuo, costante, da cesellatrice di Carla. Lei ha permesso questa costruzione autentica. Inimmaginabile. Ha portato a compimento questo lavoro da certosino che ha prodotto frutti meravigliosi. Penso di aver ancora bisogno di un po' di tempo per prendere bene coscienza che non sto vivendo un sogno ma una realtà.
Grazie C.
Maddalena
Seguire la voce del
cuore
Dare retta al mio cuore, ascoltare, scambio di cuori, scambio di affetto, esserci, essere con me e con gli altri, sentire le persone anime un po' sperse.
Vivere alla giornata, vivere la giornata, non farmi chiudere da ciò che mi circonda.
Posso vivere ciò che sento, ciò che mi fa stare bene. Posso scegliere se farmi prendere dall'ansia della precarietà o essere presente.
Stare nella lucidità, sono viva ho delle persone che mi vogliono bene, ho una casa, ho tanto da dare, dentro di me c'è una energia che mi accompagna sempre basta che non me la dimentichi lei c'è.
Posso attingere sicurezza e calore, posso sentire che non ho bisogno d'altro.
Morena
Quando siamo soli?
La mancanza di riferimenti sani e luminosi a cui potersi identificare ci fa sentire soli, questo accade in persone particolarmente sensibili che cercano un miglioramento ma trovano solo una profonda delusione e sofferenza.
Ci chiediamo perché tutto questo, l'uomo é così fuori strada da dover pensare che difficilmente la potrà ritrovare.
Eppure io sono fermamente convinto, anche per esperienze personali, che qualche cuore pulito esiste e vive tra di noi, emana luce in questa profonda oscurità, sono persone che conoscono profondamente la strada dell'affermazione dell'amore.
Credo che grazie alla loro consapevolezza si possa reggere l'intera esistenza e la nostra continuità di esseri umani.
Enzo
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