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Periodico di Informazione Culturale e di Ricerca Filosofica
Direzione, Redazione, Amministrazione: Via Reano, 1 bis
- 10147 Torino - Tel e fax 011 3853793
Direttore Responsabile: Carla Orfano - Autorizzazione Tribunale di
Torino n° 5671 del 13/02/2003 |
N° 2 anno 14° -
Ottobre-Novembre
2015
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PAGINA 6
"Ci sono persone che sanno tutto e purtroppo è tutto quello che
sanno"
Oscar Wilde
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La vera storia di
Andrea
Babylandia è una città fantastica, è piena di giocattoli, di dolci, di fiori, di colori, di uccelli e pesci, insomma c'é tutto il bello che ognuno può immaginare.
Babylandia è la città magica dove nascono i bambini.
Ogni anno, all'inizio della primavera, arrivano le cicogne da tutte le parti della terra, con i loro fagottini carichi di bambini, che depositano sul campo di primule gialle. Ultimata la loro opera, si riposano un attimo e poi volano via per ritornare l'anno dopo, l'anno dopo ancora e così per sempre.
Sicuramente in qualche altra parte esiste una città dove nascono le cicogne, altrimenti non si spiegano certe cose.
Quando anche l'ultima cicogna è partita, dai fagottini cominciano a sgusciare i bambini. Con le manine si fanno largo tra i teli. Operazione non proprio facile, i teli spesso si ingarbugliano, allora bisogna ricominciare tutto daccapo, facendo molta attenzione a non restare annodati.
Conquistata l'uscita, abbagliati dalla luce del sole, i bambini si stropicciano gli occhi, si fanno ombra con le foglie delle primule, stiracchiano le braccia, le gambe e...
gattoni... gattoni si dirigono verso un punto particolare del campo in cui è situata una specie di grande gabbia che contiene tutti gli uomini e tutte le donne che desiderano avere un bambino. Loro, i grandi, non stanno fermi come i manichini delle vetrine, no, anzi, si agitano, si sbracciano, gesticolano, fanno le smorfie, chiamano i bambini con i nomignoli più strani, cercano, insomma di attirare in tutti i modi la loro attenzione.
A dire la verità, tutta la verità, i bambini li osservano un po' scettici e un po' increduli, sembra loro alquanto strano che gli adulti si comportino in modo così cretino!
I bambini li guardano, li scrutano, li valutano, li esaminano e poi scelgono quelli che saranno i loro genitori.
Eh, sì, proprio così, si scelgono i loro genitori.
Così il primo bambino, spinto dalla fame e dal desiderio di sistemarsi subito, sorride dolcemente alla prima coppia a portata di mano, anzi di manina. Attraversa velocemente le sbarre della gabbia e...
patapunfete, si getta nelle loro braccia e si fa portare via, di corsa. Mica può aspettare, la fame è brutta.
Un altro bimbo, un po' meno affamato e più esigente, aspetta, osserva con maggiore attenzione i visi degli adulti, le loro mani, i loro vestiti, i loro atteggiamenti e con
un altro patapunfete... si butta fra le braccia della coppia che gli sembra più simpatica e affidabile.
Oh, certo, questa non è una scelta facile, c'è in gioco tutto il futuro. E' una vera scommessa, può andare bene, ma può andare maluccio.
E così, fra sorrisi, patapunfete e sistemazioni, si va avanti per tutto il giorno. Alla fine, lì sul campo di primule, restano pochi bambini e nella gabbia alcuni adulti.
I bambini rimasti sono quelli più esigenti, più diffidenti, sono quelli che non si sono accontentati delle apparenze, delle prime manifestazioni di affetto degli adulti rinchiusi nella gabbia. Non è facile scegliere i genitori, non è facile valutare, non è facile amare.
Ma i bambini non sembrano preoccuparsi, loro sanno di avere un'altra opportunità, possono andare in giro a controllare tutto quello che gli adulti fanno durante il giorno.
Dopo si vedrà!
Cosi i bambini rimasti sul campo di primule si avviano per il mondo, se ne vanno a curiosare dentro le case.
Spiano da dietro le finestre, da dietro le porte e dentro i comignoli.
Lo fanno cosi bene, ma cosi bene che solo loro ci riescono e nessuno se ne accorge. Vedono, sentono e ascoltano le coppie che litigano trascinando i loro rancori da una stanza all'altra della casa. Si insultano, si offendono e desiderano ardentemente avere un bambino per mettere pace in famiglia.
Nonostante ciò, un bambino, credendosi Mandrake, decide comunque di fermarsi in una di queste case, è sicuro di risolvere quel pandemonio di problemi. A qualcuno riesce, perché non a lui?
Gli altri continuano il loro giro di perlustrazione, osservano sempre di nascosto e scoprono le coppie che dicono di amarsi, ma poi si dimenticano le carezze, le tenerezze, si scordano tutto ciò che all'altro piace; soffrono in silenzio, qualche volta, soffrono urlando, qualcun'altra, ma poi fanno pace, promettendosi di cambiare e di essere più attenti.
Anche lì un bambino si ferma, per ricordare a quei distrattoni che cos'é l'amore.
Fra i pochi bimbi che continuano a cercare la propria mamma e il proprio papà, ce n'é uno che si chiama Andrea.
Lui è un bambino un po' indeciso, incerto, non gli piace la violenza e la competizione, non gli piacciono le offese, non gli piace la solitudine, è anche un po' suscettibile. Lui ha molto bisogno di protezione, di affetto. Lui è generoso, gentile, gli piace il fuoco, il sole, la bicicletta, il pallone e sa fare una cosa molto importante: sa amare.
Andrea sa di essere così e per questo non può accontentarsi di genitori qualunque.
Lui li vuole straordinari.
Non gli importa se è rimasto l'ultimo, non importa se è rimasto solo, Andrea sa quello che vuole.
Così continua a vagare per città, per campagne, per paesi, fino a quando non trova una stradina stretta e la percorre, sino a quando non arriva ad un cancello e ci passa sotto, sino a quando non raggiunge il giardino e rimane incantato dai fiori e dai loro profumi.
Andrea vede il pozzo, vede la casa, si arrampica all'inferriata della finestra. Scruta da dietro i vetri, ascolta e osserva.
Vede un uomo, vede una donna, giovani e per giunta anche belli.
Sono seduti sul divano, davanti al caminetto, parlano.
Lei un po' vivacemente, lui con toni pacati, scherzano, si prendono in giro, si guardano negli occhi e Andrea capisce!
Capisce tutto, capisce subito, quei due si amano sul serio e anche molto.
Allora scende dalla finestra e... quatto, quatto si dirige verso la porta, tira la corda della campana e, prima che quei due si rendano conto di quello che sta per succedere, lui entra in casa e decide di
fermarsi...
PER SEMPRE.
Gianna
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