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Periodico di Informazione Culturale e di Ricerca Filosofica
Direzione, Redazione, Amministrazione: Via Reano, 1 bis
- 10147 Torino - Tel e fax 011 3853793
Direttore Responsabile: Carla Orfano - Autorizzazione Tribunale di
Torino n° 5671 del 13/02/2003 |
N° 1 anno 14° -
Giugno-Luglio-Agosto-Settembre
2015
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PAGINA 4
"La vita non si misura attraverso il numero di respiri che facciamo,
ma attraverso i momenti che ci lasciano senza respiro"
Maya Angelou
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Amor di patria
Mi commuovo sempre già alle prime note del nostro inno, un nodo in gola, mi ha sempre fatto questo effetto, ma ora di più, mi alzerei in piedi ogni volta per il grande rispetto che sento dentro, per questa nostra patria così bella, per una terra straordinaria e unica che ci è stata donata, ma che non sappiamo riconoscere.
Per rendere io, nel mio piccolo, onore a questa vecchia idea di patria che custodisco dentro di me.
Una patria che lasciamo da sola, che non sappiamo difendere, che non sappiamo tenere unita perché non siamo uniti già tra di noi, perché c’è già divisione tra le persone, siamo tutti uno contro l’altro.
E penso a quell’antico Amor di Patria che un tempo ha armato schiere di giovani più dei moschetti, i tanti giovani che sui nostri libri di storia abbiamo conosciuto come eroi.
L’Amor di Patria. E lo chiamavano amore questo che è sempre stato abbinato al sangue, alle guerre, al potere di un paese sull’altro, a conquiste dei territori altrui da annettere ai propri per creare la potenza, la supremazia, a costo di mandare i nostri giovani a morire, a costo di enormi carneficine, distruzioni e, ancora oggi, a quegli eccidi di massa con cui si è raggiunto il massimo della mostruosità e dell’aberrazione.
Amore di Patria, ma quale Amore? Vogliamo avere rispetto almeno per questa parola?
Quanto tempo dovrà ancora passare prima che gli essere umani imparino a conoscersi, per riuscire a vivere insieme, pacificamente, Tutti sotto una sola bandiera, perché Tutti… sotto lo stesso cielo!
Rosanna
Corpore sano in mens
sana !
Quante cose viviamo che ci colpiscono e neanche ce ne rendiamo conto. Sì, abbiamo la reazione, nel mio caso di sconforto e di stupore negativo, ma poi archiviamo tutto.
Non ci rendiamo conto di quanto ci lavorano dentro, di quanto, una volta entrate, il nostro pensiero ci macina ininterrottamente, mentre proseguiamo la nostra giornata, alle prese con altre cose.
Se fossimo più presenti ci potremmo risparmiare tanti malanni, sia psicologici che fisici.
Il giorno dopo la botta pazzesca che ho preso scoprendo una cosa per me dolorosa, mi sono svegliata con dei dolori al basso ventre insopportabili. E ho pensato alla mia pancia, cercando di ripercorrere mentalmente la giornata prima. Mi sono ricordata delle tue parole, quando dici che se ci svegliamo con un disturbo è perché ci siamo addormentati con quel pensiero lì. E infatti: ecco svelato l’arcano! Ho visto, rivivendo la giornata del giorno prima, ciò che mi aveva turbato. Ho visto che sono stata male, ma poi con troppa superficialità ho accantonato il problema, cercando una soluzione, ma non rendendomi conto della portata della sofferenza che mi aveva provocato e di come i miei pensieri avessero continuato a produrre altri pensieri, tutti negativi naturalmente.
E’ come se tutta quella forza ed energia si fosse concentrata in un solo punto: la mia pancia. Avevo un’ansia pazzesca dovuta a quella botta ricevuta e allo sconforto che avevo provato.
E’ incredibile come siamo abituati a macinare pensieri senza rendercene conto. Di quanto, una volta subito un impatto, andiamo avanti a pensare, a ripensare, a macinare, a creare altri pensieri, molto velocemente, e non ci accorgiamo di questo lavorio che ci rovina le giornate, le nottate, i giorni seguenti e anche il nostro corpo!
Mi è sempre più chiaro quando dici che il nostro corpo è perfetto e tutto funzionerebbe a meraviglia se noi, con il nostro pensiero, non andassimo a disturbarlo e a farlo ammalare.
Mentre scrivo mi sento meglio, come se quella forza concentrata nella mia pancia fosse un po’ scemata. Ho visto qualcosa.
Stefania
Rimpianto
Riappropriarmi del mio mondo dopo grandi impatti negativi, una forza dirompente contro il mio essere. C'è sempre più violenza attorno a noi.
Devo difendermi, crescere sempre di più interiormente mi dà la forza per affrontare tutto ciò che la vita propone.
Le aspettative deluse possono creare dolori enormi, devo essere più vigile e sveglia, essere più con me per non cascarci, sono trappole molto pericolose e si presentano sotto forme diverse, soffocano la nostra vita e il nostro cammino.
Tu entri nell'aspettativa e perdi di vista te stesso.
Morena
Il presente del mio
cammino
Vivere il presente. Una frase semplice. Ripetuta e stra-ripetuta. Si sente dovunque. Continuamente.
Come se fosse facile. Certo, se vivessimo il presente sarebbe tutto più semplice.
Ma comprendere veramente il significato di questa realizzazione non è cosa semplice.
Il percorso è fatto di passi. E i passi sono in base a ciò che hai compreso, sperimentando di volta in volta. L’andare avanti, a volte dritto, a volte tutto a destra, a volte tutto a sinistra, a volte un masso di blocca, a volte un forte colpo di vento ti fa perdere l’equilibrio.
Ma vai avanti, perché ogni passo è un insegnamento. Questo è ciò che osservo con maggiore passione. Ogni volta è un insegnamento.
E questo è il bagaglio di conoscenza che ti aiuta a vedere meglio te, il tuo essere, la tua vita, gli altri intorno a te. Tutto ciò che vivi è un’esperienza che crea una costruzione.
E senti di essere sempre di più inserita nel mondo, con i tuoi alti e con i tuoi bassi, ma senti la vita che pulsa, che vive in te e ogni passo è una scoperta, un insegnamento che ti dà concretezza e la concretezza dà forza al palazzo in costruzione.
S. P.
Quando si perde il
filo
Com’è dolce riprendere “il filo con me stessa”, sentire di nuovo le cose, sentire che faccio di nuovo le cose per me, riconoscermi di nuovo. Riconoscenza per aver ritrovato quel filo che, se lo perdo, soffro tanto, soffro per… un’assenza. E il tornare a provare gioia dentro di me è per questo, per questo mio filo ritrovato.
Ora lo vedo proprio più chiaro, a forza di perderlo e ritrovarlo, che quando lo perdo è perché perdo di vista me.
La gente telefona a “Chi l’ha visto” su Rai 3, noi invece abbiamo Carla che di fili “persi e ritrovati” se ne intende parecchio. Lei semplicemente ci riporta a casa, ci riporta dentro, perché solo lì ci riconosciamo e ci ritroviamo. Ha ragione quando dice che dentro di noi c’è tutto, che dentro di noi c’è la verità. Peccato che spesso lo dimentichiamo.
Io ricordo solo quel “bussa e ti sarà aperto”. Perché stare fuori nella sofferenza quando dentro abbiamo una gioia tutta da scoprire?
Oggi camminando sono passata accanto a un giardino e mi sono fermata ad ascoltare quel tenero rumore che fanno le gocce di pioggia quando picchiettano sulle foglie. Non so da quanto tempo non sentivo questo semplice rumore della natura e mi sono commossa tanto che né sentivo più il traffico in lontananza, né vedevo più chi passava e proseguiva senza curarsi di una cosa così delicata e semplice e viva. Solo qualche giorno fa anch’io come loro avrei proseguito senza accorgermi di nulla.
Rosanna
Non perdere tempo
Un giorno dopo l'altro, in apparenza tutti uguali. Non sono i giorni, sono io, le mie abitudini. Vivendo di abitudini non c'è la gioia della scoperta, del nuovo che la vita mi porge,
i pensieri si rincorrono attorcigliandosi a modelli preconfezionati dall'abitudine.
L'abitudine è in apparenza comoda, mi fa stare li e va avanti da sola. La vita non vita.
Ma poi mi lamento di questo malessere che mi accompagna e che è anche lui abitudine. Tutta zavorra che mi rende pesante, spenta, dormiente. Tutta tanta ignoranza.
Sentire la sveglia del cuore. Sentire che non può essere solo così e basta.
Mettere in discussione queste certezze e scoprire che è tutto fumo. Questo fumo mi intossica e non mi fa vedere veramente quel che sono.
Sì, sì ci sono, mi arrabatto qua e la ma in realtà recito il ruolo del momento.
Ma io, chi sono io? Dov'è il mio cuore di essere umano?
Mettendomi in discussione posso cambiare. E' vero mi sento un po’ spiazzata.
La parte negativa alimenta questo spiazzamento ed i pensieri mi fanno pesare l'incertezza ma l'aiuto prezioso di Carla c'è ed allora posso respirare, posso camminare, posso parlare ad alta voce e sentire la mia voce, posso sentire il mio cuore sempre troppo nascosto e posso essere!
Gina
Ognuno ha la sua
storia
Assorta. Mi viene un silenzio in questo momento. Come una riflessione. Distesa all’aria aperta a riflettere. Mi vedo così.
Ieri ho sentito una vicinanza con me e oggi ho questa sensazione dentro. Io con me. Vicinanza con me, con il mio compreso e il mio incompreso. Tutto segue un’essenza, tutto ha un senso.
“Noi siamo memoria”: a questo oggi il mio pensiero è rivolto.
Mi sento più vicina a ciò che dici sempre. In un modo più ampio, più sottile, ma nello stesso tempo più sostanzioso.
Ho un silenzio di raccoglimento, non di sgomento. Un desiderio di sentirmi. Vicinanza con me, con la mia storia. E mi viene sempre più chiaro il comandamento: “NON GIUDICARE”.
Stefania
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