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Periodico di Informazione Culturale e di Ricerca Filosofica
Direzione, Redazione, Amministrazione: Via Reano, 1 bis
- 10147 Torino - Tel e fax 011 3853793
Direttore Responsabile: Carla Orfano - Autorizzazione Tribunale di
Torino n° 5671 del 13/02/2003 |
N° 1 anno 14° -
Giugno-Luglio-Agosto-Settembre
2015
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PAGINA 5
"La famiglia è dove il cuore trova sempre una
casa"
Stephen Littleword
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La mia vera forma
E’ una fase importante questa della mia vita, perché sto comprendendo qualcosa che sento coronamento di un lavoro costante che mi sta liberando piano piano da una dipendenza fortemente radicata, una sorta di padrone che mi ha tenuta prigioniera, forte solo della mia ignoranza.
Un lavoro che mi ha rivelato, passo dopo passo, la consistenza di un condizionamento che sembrava enorme, gigantesco da affrontare. Davide e Golia. Forse il più grande, certamente il più vecchio, il più alimentato, rinnovato, riciclato nel tempo. Alimentato e ben pasciuto dalla poca considerazione di me stessa e … dall’abitudine. Forse il più doloroso, quello che mi ha fatto vivere nell’ansia, sempre insicura, inadeguata. Quello che mi ha creato più rabbia in assoluto, più ribellione. Tutta roba che mi sono portata dietro come unico abito, in tutte le situazioni della mia vita.
La consistenza di questo condizionamento l’ho verificata sul campo, sbattendoci la testa non so quante volte, con le mie resistenze, con il mio attaccamento e con la mia paura di guardarlo in faccia per intero.
Io e il mio condizionamento: o io o lui! Ormai una questione di vita o di morte. Perché se lui “non ci sta” a morire, anch’io non voglio morire. Lui “vuole vivere” ma anch’io voglio vivere. E allora “mors tua vita mea”! Chi la dura la vince. Anche se i trabocchetti della memoria sono sempre in agguato. Ah, i condizionamenti! Brutta razza. Ti entrano nelle viscere, tiranni, camaleonti, subdoli, si nascondono e ti confondono. L’ho visto dalla fatica che faccio innanzitutto a “vederli”, (ne ho più di uno, naturalmente, non me li sono fatti mancare) e già vederli è un passo gigante. Vedere specialmente il “bisogno” che c’è dietro, quello che ci condiziona, appunto, che ci fa sottostare e non ci fa conoscere la libertà e l’autonomia.
Ma quando, come nel mio caso, un condizionamento è talmente vecchio, tanto da plasmarsi su di me e prendere la mia forma, è difficile da riconoscere.
E’ difficile accettare che la mia forma è sempre stata solo un condizionamento. Per questo è impossibile fare da soli un lavoro di questa portata: smontare un condizionamento, una forma che è diventata una gabbia. Da smantellare adagio, con la pazienza e la comprensione, perché sotto ci sono io da svegliare, come la favola della bella addormentata.
Ci sono io da far vivere. E io voglio tanto vivere, ma voglio la “mia” forma, quella vera, quella bella, quella per cui sono stata creata a “Sua immagine e somiglianza”… e qui siamo sulla strada giusta, perché vuol dire cambiare “dentro”, impresa meravigliosa e impagabile.
Cambiare dentro: punto di partenza e di arrivo. E ogni giorno mettere in memoria un soffio di vita, un soffio di nuovo… e il vecchio si allontana, sbiadisce, perde di consistenza e il nuovo prende forma, sempre di più.
Sto conoscendo la mia forma, il mio amore, sto assistendo alla mia nascita di Essere Umano.
Rosanna
Spazio alla vita
Spazio. Apertura sempre più aperta. La vista guarda più lontano, non addosso. C’è più spazio.
C’è più ossigeno. Vicinanza al fuori, nello spazio.
Vicinanza con me che mi dà spazio. Nello spazio vedo meglio. Prima avevo tutto addosso.
Un addosso che non mi faceva respirare. Ieri camminavo e mi sembrava di vedere meglio, anche se avevo i miei occhiali. Vicinanza. Relazione. Una sensazione di benessere. Una comunicazione. Essere insieme. Più comprendo, più sento questa vicinanza, questa comunicazione.
Parola. Parlare. Mettersi in relazione. Parola per me una volta sconosciuta. Ora una scoperta sempre più grande. Andare avanti in questa scoperta, come una valle che viene accarezzata dal sole man mano che la notte scompare per dar vita alla vita, i fiori, gli insetti, la brezza, il canto degli uccellini, il movimento, la natura, la commozione, l’amore per me, la libertà, la scoperta di un mondo prima sconosciuto. La comprensione, il dialogo, l’apertura, darmi delle occasioni prima mancate, per ignoranza di tutto ciò che sto scoprendo, che non sapevo fosse possibile. Ma l’impossibile sono i muri mentali, che ci impediscono di vivere la vera vita.
Mi commuove il pensiero di quanto dolore sarebbe risparmiato, ma siamo così convinti delle nostre idee sbagliate che non c’è facoltà di appello.
E man mano che ti stacchi da quel dolore, la tua pelle cambia, le tue lacrime cambiano, cambia il tuo respiro, cambia il tuo essere, cambia il tuo sentire, che si fa più ampio, più delicato, più umano.
Stefania Pomi
Se una donna dice:
"Non mi piaccio"
Quando una donna dice: ”Non mi piaccio” solitamente si riferisce al suo aspetto fisico. Tutte vorremmo essere diverse da come siamo, c’è sempre qualcosa di noi che vorremmo cambiare. Tutte pensiamo di cambiare qualcosa del nostro “fuori” convinte che, diverse da come siamo, potremmo essere più belle, potremmo piacere di più. Che soddisfazione sarebbe! E il chirurgo si frega le mani.
Ma che razza di imbroglio è, invece, tutto questo?
Infatti, è difficile che una donna dica: ”Non mi piaccio… perché sono sgarbata, perché sono bugiarda, perché sono invidiosa, perché sono invadente, perché sono pigra e non ho voglia di fare niente ma pretendo dagli altri, perché sono egoista, perché non so donare, perché non rispetto neppure me stessa, perché non so amare”.
E beh, qui il chirurgo plastico non può proprio fare nulla, non può colmare col silicone il vuoto che abbiamo dentro. Infatti non ci sarebbe più lavoro per lui se la persona decidesse di intraprendere una cura di bellezza molto molto speciale che si svolge esclusivamente all’interno di sé e che consiste nel diventare “coscienti” per fare una bella pulizia da tutto ciò che ci impedisce di arrivare a noi.
Io sola, se voglio, ma lo devo volere “fortissimamente”, io sola posso arrivare a scoprire la mia bellezza. E’ un cammino per conoscermi, che posso allungare o accorciare a seconda della mia disponibilità e della mia onestà nel guardarmi, cosciente di affrontare una strada non facile, ma che ti fa arrivare all’amore, quello reale, quello autentico. E questa è la vera bellezza.
E mirabilmente si migliora anche fuori!... E questo fa piacere, perché nasconderlo?
Solo che, andando avanti, capisci che quel desiderio di piacere non lo senti più, perché ti piaci tu finalmente e… non potresti più fare a meno di
te.
M. R.
I dubbi, fanno
rimandare
Tante cose da fare e la soddisfazione di essere riuscita a portarle a termine. Però prima di cominciare quanta resistenza mi sono fatta! Faccio fatica ad ingranare, il più delle volte rimando, Rimandare: un sollievo effimero perché i sospesi aumentano ed aumenta anche l'ansia del dover fare. Quando ingrano però vado come un treno e sono soddisfatta. Poi arriva il pensiero di altro ancora da fare, che ho rimandato, il dubbio di non riuscire a concludere, insomma un sacco di difficoltà .... per non fare, per rimandare ancora. Se mi lascio prendere da questa tenaglia non agisco e tutto mi sembra insormontabile, pesante, anche la forza fisica viene meno e sono in preda all'ansia, all'insoddisfazione e mi sento spenta. Sbuffo, sbuffo perché no, non mi sta bene che 'sto pensiero di merda mi annulli. Perché non posso gioire di quel che ho fatto e prendere in considerazione di fare una, una cosa per volta, che se poi son di più tanto meglio? Non voglio identificarmi solo nei sospesi voglio stare dall'altra parte.
Gi
La mia colonna
una compagnia speciale
Sto sperimentando una cosa molto importante, una conquista, una cosa che mi salva: lo stare con me.
Qualsiasi cosa succeda. Con me.
Anche quando, per ragioni obiettivamente serie, il mio pensiero lavora, però non va a vuoto, ma per aiutarmi a fare il punto di una situazione che mi sta molto a cuore.
Ecco, vedo che è importante, vitale, rimanere con me, perché dentro di me ho la mia “colonna”, solida, ora so veramente che c’è qualcosa di consistente. C’è perché la sento.
Qualcosa che nessuno potrà mai togliermi, grazie al Cielo, qualcosa che mi fa vedere col cuore, senza distorsione, senza scuse, oltre le apparenze.
Ed è solo mantenendo una stabilità dentro di me che posso continuare a fare bene ciò che devo fare, a godere anche delle piccole cose, e anche di questo sole che inizia a essere caldo per i primi di Marzo.
Lui è fedele e stabile, come la mia colonna.
Non delude mai, come la mia colonna. E’ una certezza e mi dà la vita… come la mia colonna.
Stamattina, affacciandomi al balcone, ho sentito un’intesa, un’unione, un appuntamento con un Amore… che c’è!
Rosanna
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