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Periodico di Informazione Culturale e di Ricerca Filosofica
Direzione, Redazione, Amministrazione: Via Reano, 1 bis
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Direttore Responsabile: Carla Orfano - Autorizzazione Tribunale di
Torino n° 5671 del 13/02/2003 |
N° 1 anno
15° - Marzo 2016
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PAGINA 4
"Ci sono delle verità così evidenti che è impossibile farle entrare in testa ai
politici"
Renard
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Il coraggio di
cambiare
Il coraggio di cambiare per vivere.
Mi è uscito questo come impegno verso me stessa. Perché tutto dipende da me, è dentro di me che c’è il problema.
Sto prendendo veramente coscienza che il problema sono io e questo vuol dire che la soluzione dipende da mio cambiamento.
La mia sofferenza non è per la mancata accettazione dell’altro ma è per come sono fatta io, per quello che non faccio e che non ho mai fatto per me, per un lungo non vissuto e non amato dentro di me. Per tutto questo sto vivendo male, con una rabbia nascosta, con un peso che sembra non finire. Tutto è diventato pesante in ciò che vivo, le abitudini date e trascinate sono pesanti, il mio eterno bisogno di sentirmi utile è pesante, perché mi butto a capofitto in situazioni che faccio diventare pesanti per me, pur di dimostrare che sono all’altezza, che sono capace di pensare a tutto, per un “brava”. Un maledetto condizionamento portato ad oltranza. Ma di pesante c’è anche il mio “io” che vuole emergere, come dire: “Non mi risparmio ma facciamo come dico io, mi sacrifico ma che almeno possa dare una sistematina qui e là come piace a me” facendo anche cose che non mi vengono richieste, certa di sentirmi dire: “Ma che bello! ma che brava!”.
Mi sono mai chiesta se l’altra persona è d’accordo su tutto quello che faccio? No, non me lo sono mai chiesto, perché sono anche presuntuosa e anche un po’... comandante. E penso a questa persona, lei, che pur avendo un carattere forte, ha sempre accettato tutto e mi ha sempre troppo lodata. E quando aveva dei momenti di ribellione io pensavo fosse per via del suo carattere, invece erano sacrosante reazioni di sopportazione. Quante volte ci saremmo mandate al diavolo a vicenda! Ma usciva tutt’altro, usciva una recita di quieto vivere. Quanti errori ho compiuto nei confronti suoi e miei, creando una situazione di schiavitù reciproca, una sorta di dipendenza l’una dall’altra che ha fatto male ad entrambe. Mettiamo un punto, ora.
I cambiamenti sono sempre difficili quando ci sono vecchie abitudini di vita, ma questo è il “mio” cambiamento e consiste nel dedicare finalmente la mia vita a me, senza far mancare l’aiuto necessario a quella persona, che è mia madre.
Dedicare la mia vita a me, una cosa che non ho mai fatto, che non conosco, ma che deve essere bella se ascolto le esortazioni di chi mi vuole bene. Deve essere proprio bello riuscire a cambiare... per vivere.
Al solo pensiero già se ne va la stanchezza, come se tornassero le energie...
Cambiare per vivere.
Rosanna
Osservare il pensiero
i colori cambiano
Guardarsi dentro, osservare i nostri stati d’animo, osservare le nostre rabbie, i nostri dolori, che trasciniamo per anni e anni, come se non potessimo vivere senza, come se la nostra identità venisse a mancarci, come se fosse quasi normale così, come se non ci fosse altro nella vita.
Io questa inesorabilità la conosco, perché ci ho convissuto per anni, pensando che quella e solo quella potesse essere e continuare ad essere la mia vita.
La ricerca interiore mi ha tirato fuori da questo buco nero, fatto di disperazione incosciente, di sofferenza incosciente, di ignoranza incosciente, di dubbi, di chiusura e di poca autonomia.
Solo adesso mi rendo conto di quanti danni provoca l’ignoranza di noi stessi, di come siamo cresciuti, di ciò che abbiamo vissuto, che ci ha portato e ci porta a pensare in un modo piuttosto che in un altro, di quanto dolore la nostra incoscienza provoca in noi ma anche negli altri, che vivono di noi solo quella parte che noi stessi portiamo avanti a scapito di tutto.
Ma è solo una parte, la nostra, quella con cui conviviamo da una vita, ma è anche quella che ci danna ad essere chiusi, a non comprendere, a non andare oltre. Quando l’oltre c’è. E’ lì che aspetta, aspetta che noi lo vediamo, che tocchiamo con mano, che comprendiamo cosa significa vivere oltre le nostre abitudini di vedere la vita solo da quel punto che ci rende misera la vita, che non ci permette di conoscerne il vero senso, di assaporare sensazioni mai vissute prima, che ti riscaldano, ti danno una tinta rosa al tutto, che invece prima si adagiava su una scala di grigi, senza altro da dire perché ripeteva i grigi.
Colore, movimento.
Stefania Pomi
Iniziare ad essere
Quanto tempo per cominciare a capire che io sono io, l’altro è un altro e in quell’attimo in cui ho visto che cominciavo a capire, all’improvviso dentro di me quel lungo tempo è diventato un tempo concentrato come un dado da brodo, come venti, trenta, quaranta, cinquanta, sessanta calendari ed oltre, come tutti pressati in un pacchetto di carta pesta.
Tempo che sarebbe stato ancora più lungo e perso se non fossi stata aiutata e non continuassi ad essere aiutata a conoscere me, i miei limiti da cui uscire per essere, per esistere come un essere umano e non come un robot comandato dai miei stessi limiti, dalle mie abitudini, dalle mie arroganze, dai miei orgogli, dalle mie superbie, dalle mie ignoranze di me.
Perché ogni limite non è un unico pezzo, è un assemblaggio di molteplici pezzi nelle loro sfumature, nelle loro espressioni, ecco perché li sento dentro di me al plurale e non al singolare.
Tempo, ringrazio oggi questo mio oggi che mi ha fatto vedere all’improvviso questo. Inizio, cammino, continuare a camminare in me, con me, conoscere me, perché se sono arrivata qua e vedo il tempo passato come un concentrato, ora non voglio allungare il mio tempo attuale nell’andare avanti, sarebbe un allungare senza senso.
C. G.
La devozione del rispetto
Sapere: ripetere una cosa
Diventare cosciente: viverla
Prendere coscienza. Che grande benedizione!
Una sensazione di pace. Un elisir di bellezza. Un pieno. Un calore che ti avvolge. Un pieno vuoto.
Come se tutte le cellule del tuo corpo fossero in sintonia fra di loro. Come se tutto il tuo essere fosse limpido e sereno.
Un tutt’uno con te. Tu ci sei e sei con te. Che grande benedizione.
L’esperienza della mia mano è stata un grande insegnamento. Tu mi hai unito i due orizzonti. Ho visto meglio la grande differenza tra il sapere una cosa e diventarne cosciente. Una pienezza inconfutabile. Una maggiore presenza. Una maggiore coscienza di me. Di come sono costruita. Di come tutto è. Di come ogni cosa è perché è.
Ho colto ieri con maggior chiarezza il significato delle tue parole quando dici che se sei più cosciente difficilmente tratti con superficialità le cose.
Mi è entrato meglio perché l’ho sperimentato sulla mia pelle. Nel vero senso della parola.
Facciamo veramente tutto con abitudine e diamo tutto per scontato. Ogni cosa. La vita intera. E noi siamo qui come degli “zombie” senza sapere perché e con quale scopo.
Ho una commozione dentro. Una sorta di ringraziamento che mi sgorga da dentro.
Una sorta di dovere interiore verso di me.
Non c’è altro di più regale. Di più devoto. Il rispetto.
Stefania Pomi
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