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Periodico di Informazione Culturale e di Ricerca Filosofica

Direzione, Redazione, Amministrazione: Via Reano, 1 bis - 10147 Torino - Tel e fax 011 3853793
Direttore Responsabile: Carla Orfano - Autorizzazione Tribunale di Torino n° 5671 del 13/02/2003

N° 1  anno 15° - Marzo 2016

PAGINA 5

   "Il vero umorista deve saper ridere anche quando cade dalle scale di casa"    
G. E. Mottini

 

      ARTE  &  CULTURA     

 

pitagora

Pitagora
il grande sconosciuto


Il mondo? E' fatto di numeri. Tutto è un numero, più o meno complesso. Ma ovunque ed ogni cosa è rappresentato da una cifra. Non ci credete? Ora ve lo dimostro”.
Così diceva Pitagora.
Era nato a Samo, splendida isola greca, 570 anni prima di Cristo.
Ventenne andò ad abitare a Crotone, un Calabria, allora terra nota come “Magma Grecia”, la grande Grecia. Qui aprì una scuola che ebbe successo, tanto che dopo pochi anni la trasferì a Metaponto, l'attuale Taranto, golfo dal clima incantevole.
Era convinto che senza numeri la terra fosse inabitabile, gli alberi infruttiferi, gli uomini privi in intelligenza.
In pochi anni il suo nome fu noto in tutta la Grecia, al di qua ed al di là del Mar Jonio e la sua scuola divenne punto di riferimento culturale delle colonie elleniche.
Pitagora iniziò a diffondere il proprio sapere insegnando matematica, ed è proprio col titolo di “matematico” che è passato alla storia.
Le sue prime “scoperte” furono la “tavola pitagorica” ed il “teorema di Pitagora”, due strumenti formidabili per eseguire immediato qualsiasi calcolo. Strumenti che ancora oggi conservano intatte le loro capacità. Oggi la Nasa , porta l'uomo sulla luna utilizzando il calcolo trigonometrico, e non c'è commerciante in tutto il mondo che non conosca a perfezione la tavola pitagorica.
Gli abitanti di Crotone lo stimavano e lo apprezzavano: ne lodavano quindi la sua genialità ed accanto al suo “liceo” costruirono un collegio per ospitare studenti provenienti da tutta la Grecia, quella dell'Italia meridionale calabrese e siciliana, e quella ateniese.
La sua severità di insegnante era nota. Per le sue lezioni si faceva pagare profumatamente, pertanto detestava i perditempo o chi disturbava gli insegnamenti. Pitagora poneva a base dell'universo il numero. Diceva: “Il mondo, il sole, la luna, le stelle non sono altro che una armonia di linee e queste intersecandosi danno senso alle misure. Senza misure non possono esistere navi, campi da coltivare, case da costruire. Osservando le impostazioni matematiche si può passare dall'astratto al concreto. Sarà quindi facile estrapolare i punti essenziali necessari per una efficace amministrazione politica cittadina, esaltando il principio gerarchico ed aristocratico”.
Il filosofo sosteneva che l'anima (essenziale per la vita dell'uomo) non muore con la morte dell'individuo, ma si trasferisce dall'astratto al concreto secondo un meccanismo gerarchico ed aristocratico. L'anima di un malvagio finirà in un maiale, l'anima di un poeta od un benefattore finirà in un cavallo di razza, bellissimo nella sua imponenza Tale mutazione è eterna e Pitagora l'ha chiamata “metempsicosi” ossia “reincarnazione”. E' questa metempsicosi che purifica le anime contaminate al momento del loro trasferimento in un corpo nuovo.
“Tuttavia, se l'anima si è macchiata di colpe insanabili – precisava il filosofo - allora essa finirà in una sorta di inferno, dal quale non potrà risorgere. Per questo è imperativo che l'uomo viva con la massima onorabilità, dignità, responsabilità. Osservando un'esistenza onorevole l'anima eleva le sue capacità, raggiungendo valori straordinari”.
Questi concetti venivano spiegati da Pitagora 500 anni prima del cristianesimo. Quando i vangeli furono diffusi da Marco Matteo Luca e Giovanni molti esegeti notarono inconsuete affermazioni di Pitagora con la dottrina predicata da Gesù. Questi filosofi cercarono di stabilire una possibile derivazione di certe manifestazioni rituali pre-elleniche con il sacrificio di Gesù raccontato dalle parole dei Vangeli, specialmente nel contesto della celebrazione della Messa. 
Oltre il rito delle invocazioni a Dio, stupisce il confronto di vita condotta dai discepoli di Gerusalemme: esse infatti richiamano pratiche di comunità pitagoriche, in certi riti e cerimoniali con una liturgia di sconcertanti somiglianze con quelle dei primi cristiani, degli asceti e dei monaci.
Altro punto che ha fatto riflettere è l'inconsueta filosofia di Pitagora là dove dimostra un consistente dualismo specialmente dove segna una separazione tra “il pensiero ed i sensi.” L'anima ed il corpo. 
Le forme matematiche dalle “cose e la loro apparenza percettibile. Per l'uomo l'intero universo è parte di Dio e tutti i fenomeni sono espressioni sensibile di rapporti matematici. Per questo l'uomo ha la possibilità di prevedere il cammino della Luna, del Sole, delle stelle. E' un insieme di cifre, così come sono numeri gli accordi musicali, le stagioni, la salute, l'aritmetica e la geometria”. 
Tali affermazioni furono inserite nel primo libro di Euclide, primo fondamentale testo della scienza umana. Lo dimostra la corrispondenza tra il simbolismo dei numeri, ad esempio l'antitesi tra pari e dispari, il numero uno con la ragione, ed il numero due con l'anima.

I. D. R.

 

Fratello agnello, sorella volpe

Fratello agnello, sorella volpe
Continua ad avere successo il libro “Fratello agnello, sorella volpe” presentato al circolo della Stampa di Torino


Gli animali hanno un loro linguaggio. Ma l'uomo lo sa intendere nella maniera esatta?
L'abbaiare di un cane diventa più acuto se ci sono estranei alla porta, oppure la modulazione diventa più dolce se l'ospite è una persona conosciuta?
Questo interessante argomento è affrontato con perizia dal sacerdote Pierluigi Plata, autore del libro “Fratello agnello sorella volpe” ove si parla delle ricerche eseguite non solo dal lato scientifico, la ricerca del linguaggio degli animali” presentato al Circolo della stampa di Torino, presenti il vescovo di Ivrea monsignor Edoardo Cerrato, ed il vicepresidente dell'Ordine dei Giornalisti del Piemonte Ezio Ercole La cronaca più volte riporta curiosi episodi di vita quotidiana dove le bestiole domestiche rivelano una dose di “intelligenza” inattesa, tanto mirata da salvare il padroncino, segnalare la presenza di malintenzionati, o richiamare l'attenzione di vicini di casa in presenza di una situazione anomala.
Don Pierluigi Plata è un sacerdote. Bresciano di nascita è teologo dogmatico ed è stato cappellano militare. Per le “Edizioni san Paolo”
di Alba ha scritto un'analisi singolare il cui titolo richiama la dolce espressione di san Francesco “Fratello sole, sorella luna”.
Ogni bestiola ha un suo dizionario, una sua considerazione, una sua razionalità che gli consente di inserirsi in un totale dogmatismo.
“Questo libro è per tutti, credenti e non credenti interessati a capire meglio come il messaggio di Gesù riferito al regno animale è sempre stato particolarmente attento” scrive Licia Colò nella prefazione.
Aggiunge il giornale “Il Biellese”: “Don Pierluigi Plata ha sentito la necessità di approfondire un tema per i credenti , e sono parecchi, che amano gli animali e li considerano giustamente non un soprammobile, ma un compagno d'esistenza quotidiano”.
Commenta la rivista dei Carabinieri “Fiamme d'Argento”: “Soprattutto il cane diventa, durante gravi fatti di cronaca, fedele compagno di lavoro, ben consapevole del legame che lo unisce nella ricerca che sta svolgendo l'inquirente. E' in quel binomio “Cane-agente” che sorge spontanea una constatazione profonda. E' il momento in cui il sacerdote elevando l' Ostia consacrata dedica al momento della comunione. E' l'istante in cui il sacerdote pronuncia quelle parole a tutti note “Ecco l'agnello di Dio che toglie i peccati del mondo”.

 

La meravigliosa esplosione espressiva 
di 
Rosanna Marchiaro

 

 

 

 

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