Ma dove è finita tutta la rabbia che avevo verso i miei fratelli?
E dire che mi ha accompagnato quasi tutta la vita.
Se vado a ritroso mi è chiara l'invidia che provavo verso mio fratello maggiore.
Era il più realizzato e, ai miei occhi, quello che poteva spendere e aveva tanto accumulo.
Poi, andando avanti, ho unito all'invidia anche la rabbia. Tanta, tantissima perché nel suo accumulo mi aveva rubato ciò che mi spettava. Per ben due volte.
Ma l'errore è stato mio che non ero pronta a difendermi.
Vengo ad oggi.
L'altra sera ho trascorso alcune ore con lui e mi sono chiesta come potrei ancora provare rabbia per lui.
L'ho visto miserabile.
Un uomo disperato che fa tanta pena. Una solitudine cosmica. Un'inquietudine maledetta.
Sta pagando tutto.
È mio fratello. Mi viene da piangere non da provare rabbia. Credo proprio che questo si chiami comprensione.
Quanto tempo
per comprendere le cose
il tempo è relativo
Quanto tempo per comprendere le cose.
Anni, anni e anni solo per cominciare ad intravederne l’essenza.
Un percorso a gradi, un cammino costante fatto di passi e mano a mano dall’inconsistenza e dal buio totale ecco che cominci a vedere e questo è già un miracolo, perché per te prima era tutto un gigante punto interrogativo.
E anziché chiuderti come hai sempre fatto, cominci a mettere la testina fuori e a vedere che non è come pensavi tu.
Il tuo punto di vista te lo sei costruito e creato negli anni, te lo sei coccolato, l’hai viziato e adulato per tanto tempo. Non vuoi che perda la forza. Lo mantieni vivo e vegeto così puoi continuare a soffrire e a pensare che nessuno ti capisce.
E dedichiamo tutto il nostro tempo a mantenere vivo quel punto di vista e ti fa anche comodo farlo, così non ti devi mettere mai in discussione.
Perché è tutta lì la questione: l’importante è non mettersi in discussione.
Poi per tutto il resto siamo capaci di grandi gesta per mantenere vivo il nostro punto di vista. Non vediamo niente della realtà che ci circonda. Siamo capaci anche a disconoscere fatti oggettivi pur di supportare la nostra convinzione.
E andiamo avanti come dei caterpillar, senza curarci di niente e di nessuno.
Talmente siamo convinti che dalla nostra base spaziale si veda meglio che dalle altre.
E più tempo passi lì e più fai danni.
S. P.
La prova che tutto
inizia dai sensi
L'invidia mi attanaglia per qualsiasi cosa in qualunque momento.
Sofferenza.
La mia collega è sempre ben pettinata, ha dei capelli bellissimi, spessi ed ha un bel taglio.
Non ha mai un capello fuori posto, sembra sempre uscita dalle mani di un coiffeur di grido. Sembra che abbia una parrucca.
Ma come farà mai? Non dorme forse di notte perché non si scompiglia neanche un po’.
Come la invidio…
Io che combatto tutti i giorni coi miei capelli, fini, sottili, e al primo aumento di umidità si increspano, si arricciano, perdono di tono, si appiattiscono.
Cerco di evitarla nel corridoio, così lo sguardo non cade sui capelli.
L’invidia è proprio ripugnante!
M. T.
Il pensiero positivo deve essere una realizzazione
Non un condizionamento
Mi sento bene con questi colleghi nuovi.
Partecipano alla vita, pensavo che cambiando ambiente mi sarei trovata male.
Io penso sempre in negativo, penso sempre ai problemi, le cose devono andare storte.
Ma perché sono sempre rivolta al negativo!
Faccio tutto io.
Mi sono dannata tanto per niente.
Tempo sprecato, tensioni, angosce per niente.
Potevo evitare di stare male.
Avessi fatto un pensiero positivo non l’avrei vissuto come uno shock.