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Periodico di Informazione Culturale e di Ricerca Filosofica
Direzione, Redazione, Amministrazione: Via Reano, 1 bis
- 10147 Torino - Tel e fax 011 3853793
Direttore Responsabile: Carla Orfano - Autorizzazione Tribunale di
Torino n° 5671 del 13/02/2003 |
N° 2 anno 16° -
Aprile
2017
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PAGINA 3
"L'invidia
è un inferno privato"
Anonimo
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Fabbrichiamo anche il granito
A volte sono una quercia, a volte sono un giunco, a volte una campanula rampicante, a volte un’ortica, tutto dentro di me, basta poco, basta un attimo e nel giro anche di pochi secondi mi sento questa veloce, improvvisa trasformazione.
A dire il vero sul momento non me ne accorgo affatto, non ne sono assolutamente cosciente, coscienza che viene solo parlando con Carla e sentendo le sue risposte, le sue parole, anche una sola parola, una sola frase mi fa vedere come io sono.
Le mie aspettative, i miei bisogni, il mio non compreso, mi fanno dentro di me trasformare di colpo da una quercia a un giunco.
In natura non esiste tutto questo, ma dentro di me sì. A volte mi sento una mezza quercia che, poverina, diventa tale solo se un fulmine la trapassa in mezzo, a volte mi trasformo in un’altra pianta, mi sento un’altra pianta, piante che in natura non vivono nello stesso territorio, nella stessa porzione di terra, non esiste che il giunco cresca vicino ad una quercia, eppure i miei stati d’animo si trasformano all’improvviso in base ai miei pensieri, il sentirmi a volte forte, il sentirmi a volte fragile in balia di quello che assorbo, che sento, che vivo, che penso, ecco di colpo mi trasformo.
E’ assurdo, ma è la mia realtà. Sento che non sono ancora Gianna, la Gianna da conoscere, da scoprire, da capire, da vedere, da protegger da se stessa, dai condizionamenti, dalle paure, dalle proprie aspettative, dai propri bisogni.
Nella mitologia greca gli esseri umani, per vari motivi, si trasformavano in piante, ma io voglio fare esattamente l’inverso, trasformare tutte quelle piante che sento dentro di me in un essere umano.
Di una cosa però oggi sono certa, non sono più o almeno lo sono molto, ma molto meno, quell’unico grosso masso di granito che ero. E questo grazie a te Carla.
Gianna
Il giusto riconoscimento
Riconoscimento. Il giusto riconoscimento. La correttezza, il rispetto.
Finché sei nel tuo non lo vedi.
Finché sei nel tuo ci sei solo tu. Non vedi altro, non vedi l’altro. Vedi come vuoi vedere tu.
E butti tutto nel calderone, senza logica, senza tatto, senza sentimento. E dalla tua bocca e dai tuoi gesti non può uscire che quello.
Sei imprigionata in quel casino che non potrebbe portare che altro casino. E non ne usciresti.
Non vedi e non senti. Credi che sia giusto così. E andresti avanti così, a togliere a te e a togliere all’altro. Un dannato circolo vizioso. Non c’è pausa da questo, non c’è vacanza. Ti segue ovunque, perché è roba tua.
Comincio a comprendere più profondamente le tue parole: ”Tu sei la causa e tu sei la soluzione del problema”.
Lo sto sperimentando sulla mia pelle ed è un’esperienza impagabile.
È stato veramente commovente vedere quegli occhi che sentivano un riconoscimento e vedere l’effetto che ha avuto su quel corpo stanco che ha espresso un vigore inaspettato.
L’ho sentito così giusto, così doveroso pronunciare quelle parole.
Forse comincio a restituire quello che ho tolto con la mia ignoranza e incomprensione.
Mi sento più connessa con me stessa.
S. P.
Oggi-domani
"Domani sarò quello che penso ora", quindi ora sono quello che ho pensato e voluto
ieri.
Quanto è importante il proprio pensare nella vita di tutti i giorni ?? (parlare bene, male, criticare, odiare, amare), moltissimo, tanto quanto essere consapevoli dei propri desideri, (voglio questo, voglio quello, ho questo, sono insoddisfatta, mi voglio bene), accogliere gli eventi, viverli e dimostrare gratitudine alla vita, i doni o i dolori di quello che ho, sono i desideri o pensieri di ciò che ho voluto.
L'artefice della mia vita, delle mie azioni, sono io.
Gene
Distratta
Distratta da molte cose, ore che scorrono veloci, giornate che passano velocemente, volti, persone, discorsi lavorativi, bollette da pagare, mi sveglio e mi addormento, miracolo di vita!
Mi guardo, mi vedo, mi sento, mi amo, ti amo, vita, bel sole, caldo primaverile, accompagnano la mia vita piena di cose inutili, utili per capirmi.
A volte l'invidia fa capolino tra aridi rovi ancora spinosi.
Generosa
Amicizia
Oggi è di moda chiedere l'amicizia tramite il cellulare, con persone sconosciute o che perlopiù ti conoscono tramite altri, è pauroso quanto è in solitudine la gente, chiedere di essere amico di chi non conosci, con l'unico scopo di non sentirsi solo, accettare frasi e comunicazioni offensive da chiunque al punto da ledersi la propria immagine.
L'amicizia è una cosa seria e rara, non la si ottiene così, ci và conoscenza, rispetto, altruismo, condivisione, propensione all'ascolto, già sei fortunato se nella tua vita hai un amico, ancor di più se impari a essere amico di te stesso.
G. C.
Evolvo
vivendo i doni che ho in me
Ieri, per un breve lasso di tempo, ho rivissuto la Magda di ieri , ante ricerca.
Quel sentire il vuoto, lo smarrimento, il tutto misto a paura e angoscia.
Meno male che, dopo poco, andavo dalla mia compagna fantastica, la pittura.
Ho compreso meglio che cosa significa conoscersi e vivere le nostre potenzialità, le nostre capacità.
Quanta gioia deriva dal vivere questo!
Quanta frustrazione in meno, quanto pieno al posto del vuoto.
Oggi mi sento, ci sono e ringrazio anche questi momenti che mi fanno assaporare pienamente le mie realizzazioni.
Che bello sarebbe se l'umanità intera conoscesse questo dono.
Grazie Carla
Magda
Solo guardando se
stessi...
i cambiamenti accadono
Risata sguaiata, rumorosa, che spettacolo deplorevole al ristorante.
Due donne chiassose.
Una volta ridevo anch’io così in questo modo volgare, senza ritegno, un modo per farmi notare dagli altri. Un modo per far vedere che mi stavo divertendo tanto, e parlavo forte, come se gli altri fossero tutti sordi, come se una voce dal tono alto avesse più rilievo, come se avessi più considerazione da parte degli altri.
Bisogno di apparire che non è scemato.
Per dimostrare cosa?
Se io e ogni persona si potesse rivedere in un replay certi comportamenti non li rifarebbe più.
Oggi comprendo un po’ quanto sia giusto rapportarsi in modo educato con gli altri che ci circondano, i quali sentono ciò che una persona “sprigiona” interiormente senza bisogno di urlare o fare chiasso.
Marisa C.
Il terremoto in noi
Il terremoto.
Le crepe nelle case.
Il terremoto emotivo.
Le crepe nel cuore.
Questo ho vissuto.
Un lungo anno.
Continue scosse.
Quando cercavo di mettere a posto, ricostruire, arrivava una nuova scossa ed io lì a tremare.
Dubbi, tanti dubbi, quanti pianti.
Sì ho pianto tanto pensando alle miserie dell’animo umano, alle mie miserie, alla mia solitudine.
Ma nonostante tutto dentro di me c’era una base, c’è una base che non è crollata e che mi ha dato la forza di stare in piedi nonostante tutto. Quella base l’ho difesa e mi ha protetto, non mi ha fatto sprofondare.
Senza amore non si può costruire
Ida
Il sentirmi sola
La solitudine senza pace l’ho sentita quando ho perso il contatto con me, con la parte più profonda.
Quella solitudine è rumore, piena di pensieri che non ti fanno stare in pace perché sono pensieri negativi ed allora ti senti in un vortice dal quale stenti ad uscire.
In quella solitudine ti senti emarginato ovunque ti trovi, non puoi comunicare con gli altri perché principalmente hai perso il contatto con te stesso.
Ida
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