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Periodico di Informazione Culturale e di Ricerca Filosofica
Direzione, Redazione, Amministrazione: Via Reano, 1 bis
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Direttore Responsabile: Carla Orfano - Autorizzazione Tribunale di
Torino n° 5671 del 13/02/2003 |
N° 2 anno 16° -
Aprile
2017
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PAGINA 4
"Cos’è la giovinezza? Un sogno. Cos’è l’amore? Il contenuto del sogno"
Kirkegaard
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La luce del saper
ascoltare
Lui è lì che si lamenta, io lo ascolto, lo ascolto e lo giudico, mentre parla mi viene da pensare che non ha motivo di lamentarsi, che si trova in una situazione privilegiata, che se si lamenta lui le persone normali cosa dovrebbero fare?
Quelle persone che veramente si trovano in una posizione disagiata, eppure lui si lamenta, per lui la sua è una situazione difficile.
Il mio giudizio è un mio pensiero, mi accorgo che da parte mia non c’è comprensione per lui, c’è solo giudizio, non comprendo che lui sta veramente male, sono distante da lui, lo ascolto ma non partecipo perché non capisco come lui stia.
Sento solo che sono irritata per quello che dice, per le sue lamentele. Poi mi accorgo di essere irritata e mi accorgo del mio giudizio e penso che per lui è veramente un problema, che sta male sul serio, che lui non sono io.
Mi rendo conto che è facile giudicare e mi viene anche in mente “chi sono io per giudicarlo?”.
Sono presuntuosa e penso sempre che il mio punto di vista sia quello giusto.
Mi vengono in mente le parole di Carla, torno in me, a lui, e lo ascolto rendendomi conto che il mio lavoro è ascoltarlo e non giudicarlo.
Chissà quante volte ho fatto così e non me ne sono mai accorta!
M. D.
L'altro è più di me
Loro sono là, in alto, io sono in basso, per me sono sempre stati in alto, da quando ero piccola, come se appartenessero ad un altro mondo, io fuori a guardare e ad invidiare la loro sicurezza, la loro naturalezza.
Piena di rabbia perché io ero povera e, secondo me, era per questo motivo, la povertà, che ero così.
Io ero letteralmente in un altro mondo perché non ero dentro di me.
Ma come facevo ad essere in me se non mi rendevo conto neanche di essere invidiosa?
Se si prova invidia, quando provo invidia, sono piena di rabbia, dolore, rancore, desiderio e sensazione di ingiustizia.
Ora me ne accorgo grazie a Carla, non sempre ma sono pronta, alloro c’era solo il senso di ingiustizia e la rabbia.
Vedo sempre “loro” come più di me ma inizio a ragionarci sopra e finalmente inizio anche ad essere nel mio mondo e non fuori ad invidiare
M. D.
Il RE di questo
storico periodo
I soldi mi hanno condizionato tutta la vita. I miei ricordi sin da quando ero bambina hanno come denominatore comune le equazioni soldi = felicità e soldi = importanza.
Si era importanti in base a quanto denaro si aveva. L'essere umano, in quanto tale, non contava niente se non era proprietario di parecchie cose.
La mia famiglia, tutta, me compresa, ci siamo mossi sempre pilotati da quei pezzi di carta. Non c'era spazio per altro.
Si, l'aspetto fisico, la simpatia, l'intelligenza, il titolo di studio , ma tutto molto dopo il denaro.
Lui è sempre stato il re assoluto.
Quanti gesti, quante azioni, quanti pensieri legati a questo. Tutti braccati in questa gabbia infernale.
Oggi non so dove sono gli altri, ma io, grazie alla mia ricerca vedo che, ogni tanto, mi allontano da tutto questo e lì, finalmente ho delle parentesi di pace.
Ho trovato altri tesori che non si vedono, ma che io sento solidi, autentici, veri. Li sta la verità. Il resto è effimero, doloroso.
Certo, i soldi sono necessari, grazie a questi vivo tante cose che desidero. Ma è' l'altro tesoro che mi ha dato e mi da' la gioia autentica.
Grazie Carla
Magda
Vedo: perché ho acquisito
più consapevolezza
Tutte e due con la stessa invidia. Stessa famiglia.
I miei genitori sempre ad innalzare qualcuno, “quello lì ha fatto questo, quello è benestante, è uno studioso, ha fatto carriera” ecc.
I miei contadini, pochi soldi tanto lavoro duro e nient’altro. Prediligevano le mie due sorelle maggiori, forse più simili al loro carattere.
Avevano più attenzioni per loro e per la rimanenza di noi sorelle (tre) niente.
Vedevo negli atteggiamenti dei miei che aspettavano ansiosi che queste mie due sorelle predilette passassero a trovarli, volevano proprio dialogare con loro e spesso nei loro discorsi le citavano facendomi scattare l’invidia.
L’essere considerata meno mi faceva soffrire, ma non ne ero consapevole.
Non ho mai ricevuto un complimento dai miei, né che fossi carina, quindi l’aspetto fisico, né che fossi una ragazza in gamba. Io oggi penso di essere stata sia carina e sia una ragazza che lavorava e indipendente.
Cerco di non fare questo sbaglio con la mia unica figlia, certo lei è la prediletta, è
una! Ma cerco anche di incoraggiarla nel suo lavoro, con i suoi progetti e se la vedo carina glielo
dico… con tutto il cuore!
Marisa
Magari bastasse metterla
nella lavastoviglie
Invidia. Se potessi cancellarla con una spugna che sollievo sarebbe.
Quando ti aggredisce non sei più padrona del tuo pensiero. Si impossessa del tuo io.
Il mio Capo di nuovo in vacanza, stavolta 14 gironi in Thailandia. Non ci aveva detto nulla sul programma di viaggio prima di andare, dice che comunicarlo prima ai colleghi le avrebbe portato iella.
Quando si sente questa invidia è veramente un’energia negativa sia per chi ce l’ha e sia per chi la riceve. E’ un mostro che insidia. La sento anche negli altri che mi circondano.
Atmosfera pervasa dall’invidia, quando è al caffè con tutti noi del Settore, quando snocciola tutti i paesi che ha visitato, quasi tutti a noi sconosciuti, so quello che provo io e lo vedo nelle facce degli altri. Si percepisce, lei che si può permettere un viaggio d’oltreoceano per 3 persone.
La frase ricorrente dei colleghi è ”Con gli stipendi che hanno!”
Lei taglia corto dicendo che il viaggio è costato poco organizzandolo tanto tempo prima. Quindi provoca altra invidia. Tanti giorni di vacanza a poco prezzo! Che situazione grottesca!
Uno non deve dire niente per paura di….
C. M.
Le sfumature osservate
Oggi ho visto un aspetto nuovo dell'invidia.
Ho visto che l'invidia non ti fa gioire se un altro è contento. Vuoi solo tu. Vuoi possedere solo tu, per sentirti un po' di più . Quasi una rivalsa per l'invidia che hai provato guardando prima ciò che aveva l'altro.
Ho provato questo in questi giorni.
Una mia Signora lavora in un bellissimo negozio di abbigliamento e mi aveva informata di questa possibilità di acquisto al 50 per cento. Una buona occasione. Ho divulgato al massimo questa notizia perché desideravo che anche le mie amiche, le mie sorelle potessero comprare con questa opportunità. E, quando mi hanno detto che si erano comprate qualche cosa ho visto che ero contenta.
Io non conoscevo questo aspetto prima. L'invidia non ti fa essere generosa. Mai.
Ci sei solo tu con i pensieri dell'inferno che lei ti procura.
Grazie Carla
M. Casetta
Io ci sono
Io ci sono, ogni giorno, ogni momento, io esisto ogni momento, ogni momento è importante, quando ci sono.
Ogni piccola cosa, quando ci sono, esiste in modo diverso, non è vissuta nel vuoto del niente, nel solito dell’abitudine.
L’abitudine rende incosciente il vivere il momento, l’esserci rende importante ogni momento, ogni momento diventa unico, irripetibile, significativo, è, è così in quel momento, diverso da prima, è, esiste, esiste perché io ho occhi diversi da prima, è, esiste perché io sento di esistere, tutto apparentemente semplice, ma immenso dentro di me.
Ogni pensiero, ogni azione, ogni movimento, ogni fare, anche il più banale, diventa importante perché io ci sono, io esisto, sento di esistere, e tutto scorre con facilità.
Eppure sono le stesse cose, le stesse azioni, a pensarci bene, ma fatte con la mia presenza, diventano, si trasformano in una presenza.
Che strana la vita, prendi più coscienza di quello che sei e con più coscienza vivi ogni attimo del tuo fare nel presente, come stamattina.
Una mattina diversa dalle altre, ma unica, perché io mi sento unica, presente, esistente, io.
Giovanna
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