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Periodico di Informazione Culturale e di Ricerca Filosofica

Direzione, Redazione, Amministrazione: Via Reano, 1 bis - 10147 Torino - Tel e fax 011 3853793
Direttore Responsabile: Carla Orfano - Autorizzazione Tribunale di Torino n° 5671 del 13/02/2003

         N° 4  anno 16° - Dicembre 2017 - Gennaio 2018    

PAGINA 5

   "Il Natale non è una data. E’ uno stato d’animo"    
Mary Ellen Chase

La vera libertà di comunicazione

Comunicazione. 
Che grande parola. 
Enorme.
Quanto poco si comunica. Quanto poco si parla. Quanto poco si esprime.
Quando permetti che ti entri qualcosa di poco chiaro è perché non ti guardi. 
Non ti osservi l’effetto che ha su di te. 
Non ti guardi mentre ti sta entrando qualcosa di non chiaro e metti dentro qualcosa di non chiaro. 
Non lo vedi e quindi non fai nulla per comprenderlo.
Non ti osservi quel passaggio e rimani con qualcosa di non chiarito.
Non può venirti il desiderio di chiarire se non vedi quello che ti sta entrando.
Se non sei presente non puoi parlare e comunicare veramente.
Parla solo quello che è sempre stato.

Stefania Pomi

 

 

"Dimenticare non vuol dire cancellare,
ma ricordare senza soffrire"

Paulo Coelho

Una bella frase che mi ha colpito.
Ricordare senza soffrire è una conquista, una libertà.
Libertà da quel pensiero assillante che mi tortura e mi fa sentire meno.
Nella sofferenza mi sento sempre piccola, schiacciata, sola ed abbandonata.
Non riesco ad essere obiettiva e tendo a colpevolizzarmi di questa o quella mancanza.
Un sconosciuta canna al vento in balia di condizionamenti mascherati da buona qualità che mi soffocano la vita.
Così sono buona, troppo buona ... anche quando non vorrei esserlo.
Così sono "educata" e non dico quello che penso, sto zitta.
Così mi sento meno ed automaticamente innalzo gli altri:
Gli altri, sempre gli altri, sempre fuori. Fuori da me, dalla mia realtà. Realtà non sovrastruttura.
La mia realtà è quello che ho imparato a conoscere di me.
Vedere dove sono stata e dove sto andando.
Vedere che se cado riesco ad rialzarmi.
Camminare a testa alta perché io esisto, felice di esistere nella consapevolezza che c'è altro, tanto altro dentro di me.
Sempre uguale ma sempre nuovo.

GiGi

 

 

Mondo

C'è un Mondo pesante, una Terra coperta da onde ed energie negative, scintille pronte ad esplodere.
Le energie delle persone sono un po’ come le pile scariche, non vanno più avanti.
Una Terra ricca, un Mondo creato da Dio, in totale bellezza e libertà si sta logorando.
La Terra piange è viva non è solo un agglomerato di materia, la Terra siamo noi e noi uomini non ci rendiamo conto del male che facciamo con pensieri malsani.
Basterebbe volersi bene senza interazioni di invidie, potere, discriminazioni razziali, soldi, cattiverie, tutto si pacherebbe e anche i nostri Animi tornerebbero ad amarsi.

Gene

 

 

Il mio ricamo

In un romanzo a letto che nei rimpianti non c'è dignità. Ripensandoci, perché mi ha colpito, ho constatato che è così. 
La dignità è una di quelle parole troppo abusate con troppa superficialità.
La dignità è una cosa grande che si scopre solo uscendo dai pantani dell'ignoranza in cui siamo abituati a vivere. 
Il vivere di rimpianti, di rancore ed insoddisfazione non fa vivere, fa rimanere fuori ed è sempre un scusante per non voler guardare la nostra vita con responsabilità nel bene e nel male.
Certo è molto più facile incolpare gli altri del nostro mal vivere ma è solo un ripiego dove si accumulano malesseri causati da noi per finta paura!
Ho visto che solo lasciando queste "resistenze" ho cominciato a vedermi, a sentirmi ed essere dignitosa.
Così ricamo, ricamo la mia vita, un punto dopo l'altro vedo crescere il mio lavoro. 
Qualche volta sbaglio, sicuro, me ne accorgo per il lavoro non è armonioso ma torno indietro, disfo, ricomincio ed il lavoro è più bello di prima! L'insieme mi piace e mi rende orgogliosa. 
Costanza un punto dopo l'altro, in apparenza sempre uguale ma sempre diversi e... ci sono io.

Giò

 

 

Parlare

Parlare con un’altra persona ed accorgermi sempre di più e sempre più spesso che l’altra non vuole sentirmi, non aspetta neanche che io abbia terminato la frase che già è pronta ad agganciarsi magari all’ultima parola che ho appena pronunciato per parlarmi addosso, come un fiume in piena, del suo, dei suoi pensieri, dei suoi tormenti, come un fiume in piena che straripa da una diga. 
Vedo il fiume, vedo la diga, vedo la cascata e mi sento impotente davanti a tutto ciò. 
Non esisto se non come raccoglitore di uno sfogo di dolori profondi, di rabbie profonde, di insoddisfazioni, di tensioni accumulate. 
E vedo questo mondo davanti a me, mi sento impotente, cerco di dire una parola, una semplice parola, niente, la diga dell’altra è ormai in frantumi. 
E provo dolore per quello che sento, spesso ripetizioni di già sentito, da tempo e mi accorgo di soffrire di meno perché l’altra che ho di fronte non ha orecchie per me, ma è una voce che vuole solo essere ascoltata e basta. 
E mi accorgo che oggi soffro molto meno perché non sono ascoltata, ma sento molto di più che l’altra è sola nel suo mondo, chiuso, disperato, in cui non c’è un angolo di ascolto per me. 
E mi accorgo che non mi sento più tanto sola davanti a questi mondi, come mi sentivo tempo fa, neanche tanto tempo fa. 
E ringrazio che ho con chi comunicare, con cui condividere, senza timore, ma con il cuore aperto che mi fa crescere, sempre più libera, con il respiro dentro. 
Il nostro cuore, i nostri cuori. Grazie Carla.

Gianna

 

 

 

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