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Direttore Responsabile: Carla Orfano - Autorizzazione Tribunale di Torino n° 5671 del 13/02/2003

         N° 4  anno 16° - Dicembre 2017 - Gennaio 2018    

PAGINA 7

   "Non esiste nulla di così triste che lo svegliarsi la mattina di Natale    
 e ricordarsi di non essere più un bambino"    
Erma Bombeck

La viola e il pensiero

In un paese non troppo lontano e neppure tanto vicino, dove il sole c’è e non c'è e qualche volta è anche anemico, dove anche gli alberi stentano a crescere, c'è una piccola aiuola, dove ogni anno in primavera crescono i fiori, così per caso e per caso vivono.
A loro basta la rugiada della notte e il tepore del sole al mattino e tutti quelli che passano di lì, li guardano con stupore perché senza giardinieri e senza cure riescono a sopravvivere alle intemperie, all’inquinamento e a quel raro caldo cocente dell'estate. Ma nessuno, tranne il vento, conosce il loro segreto, quei fiori, infatti, sono così robusti e belli perché lui li aveva portati da luoghi non ancora inquinati, quando erano ancora piccoli semini.
Uno di questi fiori, la viola, un giorno, all'improvviso, disse "Io voglio tornare da dove il vento mi ha portata, voglio conoscere i miei fratelli e le mie sorelle, voglio sentirmi nella mia famiglia".
Gli altri fiori cominciarono ad agitarsi e a dire "Ma come, te ne vuoi andare, e noi? Ci lasci soli. Senza di te, non saremo più belli come adesso!"
E la viola rispose " Voi non sarete soli, perché siete in tanti e siccome vi volete bene, sarete sempre belli, ma io voglio andare via, raggiungere la mia famiglia" e chiese al vento di riferire la sua intenzione alla rugiada e al sole.
Questi, quando lo seppero, borbottarono per un bel po', con un fiore in meno quell’aiuola sarebbe stata meno bella, ma alla fine, dopo tante insistenze del vento, accordarono il permesso, in fondo sarebbe andata ad abbellire un'altra aiuola, anche se in un paese molto lontano.
E questo il vento riferì alla viola.
Poi la viola pensò che forse sarebbe stato meglio sentire anche i suoi fratelli e le sue sorelle, in fondo, dopo tanti anni, potevano anche non gradire la sua presenza.
Non sempre essere fratelli è una garanzia! 
Allora il vento partì di nuovo, attraversò montagne, fiumi e mari e arrivò al paese della viola e parlò con suoi parenti. Sinceramente loro non apparvero molto entusiasti, ma questo restò un segreto per il vento.
Gli chiesero di allontanarsi un po' perché volevano parlarne tra di loro. Per dieci giorni e dieci notti ancora discussero animatamente, mentre il vento aspettava dietro ad un muro.
La discussione fu molto accesa, in fondo si trattava di dividere con un altro fiore, anche se parente, la loro piccola aiuola, la rugiada e i raggi del sole.
Però, alla fine, dissero di sì, purché la viola si portasse appresso un po' di terra e litri di rugiada. 
Il vento ripartì e, dopo aver attraversato le stesse montagne, gli stessi fiumi e gli stessi mari, tornò nel paese della viola e le riferì quanto aveva saputo.
Il fiore accolse la notizia con stupore, ma non sapeva proprio come risolvere il problema della terra e della rugiada.
Mica poteva prenderla ai suoi compagni di aiuola! 
Passarono i giorni e la viola, non trovando una via d'uscita, cominciò a disperarsi e a diventare ogni giorno più triste e sfiorita. 
Allora la rosa disse agli altri fiori "Se ognuno di noi darà un suo petalo pieno di rugiada e un granello di terra, la viola potrà partire".
I fiori si dichiarano disponibili e l'ultima notte di luna piena, mentre la viola dormiva, aiutati dalle formichine e dal vento, si staccarono un petalo ciascuno e lo posarono accanto alla viola, con un granello di terra.
Le formichine compattarono la terra a mo’ di scatola e vi poggiarono sopra i vari petali che piano piano si riempirono di rugiada.
Quando al mattino la viola si svegliò e vide quella strana scatola con tutti quei petali bagnati vicino a lei, chiese cosa fosse successo. Allora la rosa le disse "Con questo tu hai risolto il tuo problema e, in più, porterai con te un po’ di noi".
La viola, commossa, baciò i suoi amici di aiuola, prese il suo pacchetto di petali e di terra e partì.
Da allora si chiamò Viola del Pensiero.

Gianna

 

 

L'eclettica MAGDA CASETTA
Quando la Maestra è brava
i risultati si notano negli allievi

Nelle immagini sottostanti alcune opere in ceramica della Mostra di ceramografia del corso della docente e pittrice Magda Casetta:

  • Claudia Aime

  • Patrizia Giannazzo

  • Maria Valentina Lanti 

  • Alessandra Gallarato

  • Giulia Lorito 

  • Laura Gallina

  • Magda Casetta

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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