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Periodico di Informazione Culturale e di Ricerca Filosofica
Direzione, Redazione, Amministrazione: Via Reano, 1 bis
- 10147 Torino - Tel e fax 011 3853793
Direttore Responsabile: Carla Orfano - Autorizzazione Tribunale di
Torino n° 5671 del 13/02/2003 |
N° 3 anno
18° - Dicembre
2019 - Gennaio 2020
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PAGINA 3
"Quando l'acquisto di regali diventa il punto focale della stagione,
perdiamo di vista ciò che è veramente importante"
Joshua Fields Millburn
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Poca serenità
Sono esasperata da questo mondo di ladri, mondo di ladri.
Vedendo tutto quello che succede intorno, che sento, che subisco, che mi assale da molte parti, mi rendo sempre più conto che il ladro non è solo quello che ti ruba il portafoglio, i soldi, come ho sempre pensato, il ladro è anche chi ti ruba la fiducia, che ti mente per rubarti la fiducia che gli hai dato, è chi usa ogni sotterfugio per ingannarti, è colui che ti nasconde con destrezza dei fatti per non farsi scoprire, per metterti in difficoltà, per crearti delle difficoltà.
Il ladro è anche colui che ti fa perdere tempo, il tuo tempo, per renderti la vita difficile, che ti costringe a correre da una parte all’altra per risolvere un problema che, a sua volta, automaticamente, ne richiama un altro, costringendoti a camminare, a correre in un labirinto di trappole, in cui tutto diventa difficile, per sfiancarti, per impedirti di raggiungere un obiettivo, necessario, indispensabile e quando, finalmente, hai raggiunto il tuo obiettivo, sai di avercela fatta ma con un enorme dispendio di energie e di molto tempo, molto tempo, tempo che è trascorso in maniera pesante, faticosa, per qualunque cosa che devi e che hai dovuto affrontare.
Cosa apparentemente semplice, di per sé semplice, ma non è così, perché ti scontri con le trappole delle procedure ad incastro, snervanti, perditempo, ruba tempo, ruba tranquillità, che derubano la tua vita. Lo sai, ma sei costretta a muoverti in questo labirinto ad incastri, in cui ti muovi a fatica e non puoi assolutamente non farlo, per qualunque cosa, apparentemente semplice, pena il mancato raggiungimento del tuo obiettivo.
Tutto volutamente, mostruosamente reso complicato, per bloccarti, per fermarti.
E basterebbe così poco, pochissimo, per risolvere le cose, se non ci fosse, dietro il labirinto, la mostruosità dei pensieri contorti di chi ha ordito nel tempo meccanismi sfiancanti, ruba tempo, ruba energie, ruba serenità.
Sono esasperata da tutto questo, che si aggiunge al martellamento di orrende notizie trasmesse dai telegiornali, dalla radio, notizie di altre forme di furto, di invasioni per rubare ancora altrove, in altri luoghi, causando anche la morte di molte persone, morte di cui non importa niente a chi ha deciso di rubare in un altro stato, in un’altra terra, passando su tutto con armi di vario tipo.
E questo bombardamento di notizie è la quotidianità che viviamo, notizie che ti rubano la serenità, la speranza, il futuro e invece ti regalano generosamente e in abbondanza la paura, la confusione, l’ansia, l’instabilità in ogni forma e grado.
Io credo che il settimo comandamento, non rubare, non abbia il solo significato di non rubare le cose materiali, come il denaro, gli oggetti, i preziosi, le case, le terre, ma anche di non rubare la serenità, la fiducia, gli affetti, l’armonia, il presente, il futuro delle persone, delle famiglie, cose non palpabili ma profondamente vive nell’animo umano, che non si vedono, non si toccano, ma che esistono ed una volta intaccate, violate, offese, distruggono un essere umano, rendendolo schiavo del ladro, per giunta, oggigiorno, sempre più perverso.
C. S.
Ciò che siamo
e ciò che abbiamo dentro
Mi è venuto da piangere perché ho pensato a ciò che siamo e a ciò che abbiamo dentro.
Ho chiesto perdono a me stessa per non aver compreso profondamente l’evoluzione di una realtà che vivo, una realtà non facile per me, ma dalla quale ho imparato molto, nonostante cada in errori frutto della mia ignoranza e dei miei bisogni.
Ma l’aspetto positivo è che ho la mia vita davanti, non come quantità ma come qualità, come opportunità per migliorarmi: sempre una comprensione in più da sperimentare, come nuovo mattoncino per la mia costruzione.
E ringrazio Carla che, quando mi vede vacillare, mi riporta sul binario dove tutto scorre, dove ritrovo me.
Me, di cui ho un immenso bisogno.
Stamattina, camminando, ho alzato lo sguardo verso un cielo azzurro, che per un attimo mi ha incantato. Ho sentito una gioia intensa e, riprendendo a camminare, mi risuonavano le parole di un grande
filosofo: ”Il cielo stellato sopra di me e la legge morale dentro di
me” …e ho sentito salirmi una commozione forte.
Non avendo studiato filosofia non conosco il pensiero dei filosofi, ma quelle parole che avevo sentito chissà quando, oggi erano in sintonia con ciò che provavo.
…E ho capito perché mi veniva da piangere.
Chiara
Quando non vogliamo
conoscerci
Scrivo perché mi voglio bene, perché così nel mondo è facile perdersi ed andare dietro a quello che si vede, si va fuori da sé stessi e non si torna più e poi a fine giornata ci si chiede “ma come? E’ passato un altro giorno?”.
Si è fuori e si vive pensando che sia quella la vita.
Scrivere ti porta a casa, ti fa sentire che ci sei, che sei tu e che non sei tutti quei pensieri che ti passano per la testa e che non ti accorgi neanche di avere.
Pensieri e correre tutto il giorno senza chiedersi perché, ed io dove sono in questa “vita” scritta tra virgolette?
Ma che vita è se non mi accorgo neanche di quello che succede!
Scrivere, scrivere, scrivere, in questo momento ci sono io, non sono dietro ai pensieri perché mi escono dalla penna e li posso vedere mentre scrivo.
Ho come la sensazione che la vita corra troppo in fretta e che mi passi tra le mani, mi viene sempre in mente mio papà quando, 15 giorni prima di morire, mi disse che era triste perché si era trovato così e non se ne era neanche accorto, ed io gli dissi “ma guarda cosa hai realizzato, guarda i tuoi figlie ed i tuoi nipoti, hai realizzato delle cose”, e lui si era rasserenato ma effettivamente il pensiero di essere arrivato fin lì e di non essersene accorto era nella sua testa.
M. M.
Si smarrisce la strada
ma esiste sempre il ritorno
Ritornare lentamente verso di me, ecco come mi sento adesso.
Riprendere piano piano la mia vita, ecco come mi sento adesso.
Riaccorgermi, piano piano, che io esisto e non sono un fantasma di me stessa.
E’ come se stessi, piano piano, uscendo da una nebbia scura in cui mi sono trovata e ho vissuto per tanto tempo senza accorgermene, ma con l’abitudine di starci dentro, senza rendermene assolutamente conto.
Sentivo solo l’oppressione del peso della nebbia, ma senza capire perché e per come.
Ecco come mi sento adesso, sento che non sono completamente uscita da quella nebbia, da quell’oppressione, ma almeno di una cosa ora sono certa, che comincio a capire, a capire meglio ed una volta in più ciò che Carla ci dice, che la coscienza si avvolge, si copre dei nostri stessi pensieri e non vediamo e non sentiamo.
Ora la capisco meglio, ora che vedo almeno uno squarcio in quella nebbia in cui sono sprofondata e mi sono avviluppata, giorno dopo giorno, ora dopo ora, minuto dopo minuto, secondo dopo secondo, senza coscienza di ciò che stava succedendo dentro di me. Fuori, apparentemente, ero la stessa, sono la stessa, ma dentro di me è un disastro di avviluppamento.
Ho abbandonato me, per tanto tempo, con incoscienza.
Per me oggi è già un grande miracolo aver cominciato a rendermene conto, anche se sento che ancora non ne sono fuori del tutto, ma solo in minima, minima parte.
Ma anche questa minima parte la sento miracolosa per me, dentro di me, è come aver ripreso la mano di un bimbo piccolo piccolo, averlo ripreso fra le mie braccia sentendo che esiste e di cui devo assolutamente riprendermi cura, se no muore di freddo e di fame e di abbandono e non cresce più, non esiste più. E tutto questo non è assolutamente giusto, non è umano, non è e basta.
Grazie Carla, grazie che con le tue parole mi aiuti ogni volta a rivivere, a riesistere, con coscienza e forza e coraggio. Ed oggi ce ne vuole proprio tanto.
Grazie Carla, ti voglio tanto bene.
Gianna
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