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Periodico di Informazione Culturale e di Ricerca Filosofica
Direzione, Redazione, Amministrazione: Via Reano, 1 bis
- 10147 Torino - Tel e fax 011 3853793
Direttore Responsabile: Carla Orfano - Autorizzazione Tribunale di
Torino n° 5671 del 13/02/2003 |
N° 3 anno
18° - Dicembre
2019 - Gennaio 2020
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PAGINA 7
"Il Natale è quel periodo dell’anno in cui la gente scende nel rifugio della famiglia"
Byrn Rogers
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Periodo profiquo
Stamattina, camminando, sentivo dentro ciò che ho compreso in questo periodo proficuo; sentivo un cambiamento, sentivo per la prima volta di essere importante per me.
Sentivo… che esistevo, che avevo bisogno di me, di “fare” per me. “Per me” e non solo per “gli altri”.
Che bello, mi dicevo, scoprire di avere dentro il desiderio e la voglia di pensare a me! Via quell’indolenza che mi prendeva quando avrei voluto fare qualcosa che desideravo!
Via quella risposta che mi davo per bloccarmi, per rendere inutile quel fare per me! “Non ne vale la pena, tanto…non mi ci metto neppure”, come se mi sentissi inutile a me stessa, come se per me io non contassi nulla.
Invece, lentamente, quasi senza accorgermi, qualcosa dentro di me mi sta attirando a sé. E ora vedo che, più sto in me per mettere le cose a posto “dentro”, più sento il bisogno di mettere le cose a posto “fuori” nelle cose materiali.
È bellissimo perché ora sono tutto un fermento e voglio cominciare dalla mia casa. E vedo che più pulisco dentro di me, più pulisco fuori; più riconosco me e più riconosco il fuori, il valore delle cose che per anni sono state sotto i miei occhi.
Riconoscere l’esistenza, per me, per il mio utilizzo, sentire ora un rispetto nuovo, che prima non sentivo, vivendo sempre tutto in un’abitudine piatta e senza amore.
Ora che comincio a provare un po’ d’amore per me, ora che sto comprendendo cosa significhi “amare me”, ora mi è nato e si sta sviluppando l’amore per tutto ciò che ho.
A cominciare proprio dalla mia casa, nella quale mi sento una regina, che ora guardo con occhi nuovi, una casa che mi è stata donata da mia madre tanti anni fa con i sacrifici di una vita e che ora, amando e rispettando ogni cosa, mi sembra di ringraziarla finalmente nel modo più bello e più giusto. Questo le spetta. Ora non mi viene più, come prima, il pensiero triste del tempo che passa, è più importante godere di tutto ciò che ho, ogni minuto, ogni giorno…e anche ogni notte. Sempre.
A volte, prima di andare a letto, me la guardo ancora la mia casa e sorrido, come fosse una novità e mi dico:” Che bella che è” e sono contenta di aver avuto la possibilità e la capacità di renderla come desideravo.
Ecco, ho anche imparato a riconoscere le mie capacità. È un dovere verso di me, perché mi sono state donate e ho il dovere di viverle e svilupparle per esperienza di crescita.
Prima, quando non capivo tutto questo, facevo solo per ricevere complimenti dagli altri, per un enorme bisogno di riconoscimento.
Ora sto vivendo fuori il “mio” riconoscimento, finalmente, che non è…presunzione, ma una gioia che mi appaga dentro. Esattamente ciò che mi aspettavo da fuori, ma infinitamente più grande e completa.
Grazie Carla! Tutto questo non ha prezzo.
Rosanna
L'invidia ci rende
schiavi
L’invidia è sempre puntuale.
Si presenta più volte sullo stesso oggetto o persona. E anche se te la guardi, anche se sei consapevole di quanto ti fa soffrire a volte di più, a volte meno, si focalizza più volte sullo stesso soggetto.
Quanto è estenuante, è inesorabile, è feroce perché persevera.
Ieri la mia collega, sempre la stessa ormai da tempo mi ha fatto scattare la solita invidia ed è sfociata ancora una volta sulla sua pettinatura.
Ha un bellissimo taglio, moderno, attuale, quanto le dona al viso, le invidio i capelli, spessi, folti, io invece me li ritrovo fini e rari.
A volte quando ho l’invidia per cose così futili penso di cadere nel ridicolo, nella superficialità assoluta, eppure scatta dentro di me come un’onda che ti travolge e dopo un bel po’ si ritira lasciandomi senza energia.
Che schiavitù.
Marisa
Solo io posso capire
me stessa
C’è stato il sole oggi, mi sono sentita libera, dovevo fare delle cose e le ho fatte senza farmi prendere dall’ansia.
Ho l’ansia sempre, qualunque cosa debba fare, anche delle stupidate.
E’ come se non fossi in grado di fare nulla, quest’ansia che mi prende sul lavoro quando ho tante cose da fare, come se fossero cose nuove, l’altra settimana mi è venuta di nuovo quella rabbia da spaccare tutto, mi prende quando devo fare tante cose una dopo l’altra, anzi, una sopra l’altra, mi sento sopraffatta, schiacciata, in trappola e mi viene da mordere, da liberarmi, da agitarmi come se fossi costretta da una rete.
Mi viene una rabbia che mi metterei a gridare ed a scappare via.
Ho pensato a Carla che mi ha detto “il tuo lavoro lo sai fare”, è vero, quando mi sento così è come se non sapessi fare nulla!
M. B.
Onestà! Tirare fuori
il brutto
per pulire la memoria
Oggi quando sono andata a restituire un reggiseno che per sbaglio la commessa mi aveva messo nella borsa, la Signora mi ha guardata come un marziano e mi ha ringraziata per la mia onestà e mi ha salutata dicendomi “chapeau”!.
Dovrei tornare da lei e dirle che quel grazie lo deve a Carla, perché la stessa cosa fosse successa prima di iniziare a fare ricerca non glielo avrei riportato indietro.
Anzi, avrei pensato: “Ho fatto un affare”.
Sono felice, oggi, di aver compreso che ciò che più conta è come mi sento io, dentro di me.
E’ la mia memoria che conta. E’ lei che più è pulita, più io sto bene. E’ quando è sporca che c’è l’inferno.
Grazie Carla.
Sono queste cose che mi rendono ricca.
Magda
Le nascite sono la
vita
Il miracolo della vita. Attraverso mia figlia ho compreso il miracolo della vita.
Quando sono diventata mamma io ho pensato che fosse normale partorire, un fatto naturale, un bel evento ma non ero consapevole di questo fatto incredibile che è la maternità.
Guardando mio nipote lo osservo stupefatta, come può un essere appena nato, così piccolo avere già un corpicino così perfetto!
E’ emozionante anche solo pensarci. Nasciamo perfetti e anche tutto ciò che è in natura, tutto funziona concatenandosi a qualcosa e tutto serve per far funzionare il creato che è meraviglioso.
Quello che ho compreso mi sta aiutando a prendere sul serio ciò che la vita mi ha donato, come essere umano, con un contorno che è il prodigio della natura.
Infatti penso di essere fortunata perché posso anche solo ammirare un tramonto dalla finestra della mia cucina e tutto ciò mi dà sempre una grande emozione e il mio cuore si rallegra.
Marisa
La leggerezza che si
sprigiona
Comprendere sempre di più quell’impalcatura che ti costringe, che non ti fa vedere nulla, che ti oscura la visuale, che ti fa provare sensazioni dolorose, che uccide il tuo cuore, che ti fa vedere solo in quell’unico modo maledetto.
Vedere meglio la carogna che si impossessa dei tuoi pensieri, dei tuoi gesti, delle tue parole, del tuo tono, che ti usa e poi ti getta nello sconforto, quando non vedi altro.
Vedere questo mi dà stabilità, sempre maggiore, sempre un po’ di più ogni volta, perché lo rafforza, e vedi di più ciò che prima si aggiungeva a ciò che ti costringeva e che non eri pronta a tenere al suo posto.
La serenità che ne deriva è impagabile e si riversa fuori, sprigionando una leggerezza che rende tutto più semplice, anche se la situazione che vivi e ciò che vedi non è piacevole, ma almeno non aggiungi il tuo peso e questo rende tutto più fluido.
La situazione pesante la rendi tu pesante per il modo in cui la vivi.
Se stai meglio puoi donare il tuo stato d’animo più leggero che è una caramella al miele.
GRAZIE CARLA per il tuo amore.
Stefania
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