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Direttore Responsabile: Carla Orfano - Autorizzazione Tribunale di Torino n° 5671 del 13/02/2003

N° 2 - anno 13° - Luglio-Agosto-Settembre 2014

PAGINA 3

   "Due errori da evitare: escludere la ragione, 
  e non ammettere altro di ciò che la ragione suggerisce"   
Pascal

Ponzio Pilato

Come Ponzio Pilato

Sono poco abituata a osservare i miei stati d’animo, lascio scappare sensazioni che non ritorneranno e che potevano aiutarmi per arrivare ad una spiegazione. 
Sono poco abituata a osservarmi “nell’abitudine”, lascio troppo correre, non mi soffermo su di me, come fossi per me “io stessa” un’abitudine. 
E allora, quando arriva una paura che improvvisamente rompe un’abitudine, allora sono costretta a guardarla perché mi spaventa, mi butta giù e in quei momenti faccio fatica a ricondurla agli stati d’animo che ho lasciato andare, a un pensiero che non ho voluto guardare, che non ho accettato, faccio addirittura fatica a riconoscere che è per la mia mancanza di coraggio che avviene tutto questo, il coraggio di affrontare una situazione con me stessa. 
Sono io quel Ponzio Pilato che si lavava le mani, ma sono io che ci rimetto, che pago per questa mia deficienza, questa mancanza nei miei confronti che ha finito per diventare anch’essa un’abitudine.

R. M.

 

 

Credere nelle mie capacità

Credere nel mio fare, fare per crescere, per star bene con me stessa.
Essere in movimento fare per me mi crea equilibrio. 
Prima di tutto ci sono io e i miei progetti.
Aprire le finestre per fare entrare aria nuova e pulita.
Vivere le mie capacità mi porta a vivere con gioia a sentirmi con me a scrollarmi di dosso tutti i pensieri degli altri, tutto ciò che non mi appartiene che non nasce da me, bisogni di altre persone, modi di vivere unici e ognuno ha il suo.
Posso annullare le distanze che si creano, se sto bene con me stessa, non esiste la distanza, ci sono solo persone uniche che fanno un cammino di vita. 
La distanza la creo io quando desidero che gli altri siano simili a me e ragionino come me.
Rispettare gli altri è un grande traguardo ma anche non permettere a nessuno di distogliermi da me stessa e da ciò che è giusto per me.

Morena

 

Una "storta"

E’ stata una settimana bella, bellissima, ma come, eppure mi son presa una storta, piede dolente eppure serena. 
Da sola a casa, senza troppa Tv, anzi poca, sola con me stessa, sono stata bene, ho fatto lavoretti in casa, riposo e lavorato con la creta. 
In altri momenti avrei sofferto di solitudine, mi sarei attaccata al telefono. No, niente di tutto ciò, neanche un minuto ho sofferto, poco telefono, poca televisione, io e la mia casa, le mie piante, le mie creazioni, io e io, che meraviglia!
Ne avevo bisogno.

Marisa

 

 

Cambiare visuale

Lo so. Sono io che sbaglio. Che lo vedo con gli occhi sbagliati. Mi creo io questa difficoltà.
Mi è servito ieri, perché mi rendo conto che ciò che vedo non è piacevole e mi riporta indietro quando le cose erano collocate in altri luoghi. Lo sapevo, ma ieri ho preso più coscienza.
Forse mi pesano le due cose insieme, ma è così. La situazione è questa.
E’ sempre come vedi tu le cose e pensi di conseguenza, e ti comporti di conseguenza e ti porti dietro tutto questo di conseguenza e vai avanti con il tuo pacco, sempre di conseguenza.
Vedere sempre con gli stessi occhi è una tortura per me e una tortura per l’altro.
Ma gli occhi che devono cambiare visuale sono i miei.
Mi rendo conto che il condizionamento è molto forte e quando sei immersa lì non sei molto umana.
Rimani nel prima e la serenità non abita certo lì

Stefy

 

 

 

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