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Periodico di Informazione Culturale e di Ricerca Filosofica
Direzione, Redazione, Amministrazione: Via Reano, 1 bis
- 10147 Torino - Tel e fax 011 3853793
Direttore Responsabile: Carla Orfano - Autorizzazione Tribunale di
Torino n° 5671 del 13/02/2003 |
N° 2 anno 17° -
Dicembre
2018
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PAGINA 3
"Quando fai qualcosa di nobile e bello e nessuno lo nota non essere triste:
il sole ogni mattina è uno spettacolo bellissimo e, tuttavia,
la maggior parte del pubblico dorme ancora"
John Lennon
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Più presente nel
mio vivere
Vedere finalmente ciò che hai vicino, talmente vicino da annebbiarti e rendere tutto inesorabile.
Vedere più da vicino questa inesorabilità che pensavi fosse un destino ineluttabile.
Scardinare questa inesorabilità comprendendola mano a mano dall’interno.
Osservando te di fronte a tutto ciò.
Non più completamente nelle sabbie mobili, che ti inghiottiscono e non ti permettono alcun movimento.
Osservare te e le tue reazioni di fronte a tutto questo. Osservando ogni pezzo, uno alla volta. E poi piano piano comincia a formarsi il quadro. E una spiegazione di come vivevi e di ciò che ti ha creato dentro.
Ciò in cui ti eri identificata, dalla testa ai piedi.
Non sei più tu che te lo accolli, ma cominci a mettere una distanza tra te e tutto questo.
Così lo vedi meglio. Nei suoi aspetti.
E tu rimani sempre più ferma. Vacilli di meno e ciò ti permette di osservare con più presenza.
Assorbi di meno perché sei più presente a ciò che per anni ti è entrato con abitudine.
Anche questa irrequietudine che sento, anche dal modo in cui si muove la mia mano scrivendo, la sto vedendo.
Prima era tutto dentro come un peso di cui non ero per nulla cosciente, ma soffrivo soltanto.
Stefania Pomi
La chiusura che fa
soffrire
Come al solito il nostro punto di vista deve prevaricare su tutto e tutti, perché il nostro è “cosa buona e giusta”!
Quindi siamo fermi lì. Hai un maledetto attaccamento al “tuo” che non ti fa per nulla considerare cosa può provare l’altro.
Certo, perché il tuo ti pervade così tanto che quello dell’altro è un’inezia da non tenere in considerazione.
E soffri barricandoti nel tuo, senza per nulla pensare cosa provoca nell’altro questo tuo barricarti nel tuo.
E questo ti chiude, non ti fa comunicare e quindi soffri.
Il tuo fa male a te e agli altri.
Tu soffri e fai soffrire anche l’altro, pensando però di essere solo tu a soffrire.
Pensiamo maledettamente sempre e solo a noi.
E’ questa è la tristezza più grande, perché ti ingabbia senza appello.
Così non può esserci nessuna comprensione.
Vedere questo mi ha dato sollievo. Grazie Carla!
Stefania Pomi
Una grande
comprensione
3 minuti per me, per guardarmi, per vedere, per scrivere quello che mi esce dalla penna, per non pensare, per andare, per venire, per vedere, per guardare, per capire e per non capire, per sentirsi e per non scappare da quello che si è e non si vuol vedere.
Non mi voglio vedere il mio voler prendere, il mio pensare che qualcuno possa risolvere i miei problemi dandomi quello che io desidero, perché, secondo me, deve fare così perché se mi ama fa quello che voglio io.
Strano tipo di amore quello che io penso ed ho sempre pensato, ma che amore è se mi deve solo arrivare? Che equivoco enorme il pensare questo?
Ma che razza di amore è se dentro c’è solo “ a me! A me!” e “voglio, voglio”, dove è l’amore? E l’altro non esiste, deve solo dare e fare tutto quello che penso io. E se poi non è così, e non è mai così, no, non mi ama
Marita
Un nascondiglio
La vergogna fa male, la vergogna è una scusa perché si viene scoperti, ci si vergogna perché non si può più apparire buoni, perché si è così, si è imperfetti.
Ci si vergogna di quello che si è perché non ci si vuol vedere, ci si nasconde dietro la vergogna.
Io sono così, mi guardo come sono, non mi voglio più nascondere dietro la vergogna, solo così potrò stare bene perché quando mi vergogno sto male dentro.
Con la vergogna non si va avanti!
M. B.
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