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Periodico di Informazione Culturale e di Ricerca Filosofica
Direzione, Redazione, Amministrazione: Via Reano, 1 bis
- 10147 Torino - Tel e fax 011 3853793
Direttore Responsabile: Carla Orfano - Autorizzazione Tribunale di
Torino n° 5671 del 13/02/2003 |
N° 2 anno 17° -
Dicembre
2018
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PAGINA 7
"Il senso della vita è quello di trovare il vostro dono.
Lo scopo della vita è quello di regalarlo"
Pablo Picasso
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Conoscere i
nostri limiti
Nell'atteggiamento esterno degli esseri umani, esiste un senso di contenersi,
Contenersi per rapporto alle relazioni con gli altri individui i quali a loro volta funzionano per noi come specchi nei quali ci ritroviamo i nostri atteggiamenti.
Altre volte invece il riflesso di qualcosa o di qualcuno far nascere dentro di noi il desiderio di assomigliare, e in questo subentra una tristezza nel rilevare che non siamo come loro e questo, da origine all'invidia.
Altre volte invece si può anche provare una gioia passeggera perché, grazie a Dio non siamo come loro e ,questo fa bene al nostro ego il quale si gonfia di presunzione.
E mentre siamo intenti a rifletterci in tutti gli esseri che come specchi a noi mostrano e che noi ci mostriamo in loro, si perde di vista il nostro senso, la nostra direzione, il nostro essere e si diventa fantasmi in cerca del proprio specchio.
Si cerca una cosa, un qualcosa esterno che possa riconnetterci con l'interno.
Passano i tempi e si perde tanto tempo, ora nostro Signore nella sua gloriosa generosità non è stato tirchio con il tempo ed offre a noi tutto il tempo necessario per attraversare le barriere del tempo oltre il tempo, oltre la vita, oltre il dolore, la sofferenza e la perdita di tempo che tutto ciò ci fa fare.
L'esperienza aiuta a capire noi stessi in tutti nostri riflessi, e come in un labirinto a volte, riesco a connettere con un qualcosa che è più vero, più vivo.
In tutti questi riflessi a volte riconosco la mia vera immagine, per un attimo la tocco, la sento, la vivo come una dolce melodia che mi sussurra all'orecchio parole senza suono.
Parole silenziose che tutto il mio essere fan vibrare di nostalgia, per quel qualcosa che pareva per sempre essersi perduto negli orizzonti più remoti di queste mie inquietudini.
Di questo sussurrare un po' stonato però vero.
Di questo amore handicappato che prova a stare in piedi.
Di questo essere in cerca della propria dignità umana che non è né di più e né di meno,
Di questa uguaglianza pur essendo così diversi, di questo stare zitti nel silenzio del mistero,
Di questo camminare senza mai arrivare a niente
Di questo scavalcare a piedi nudi pur avendo messo su le scarpe.
Di questo proteggersi con l’illusione.
Di questo specchio che dentro di me si vuole riflettere come in un'immagine che vuol trovare per sempre e solo se stessa.
Anna L.
Preghiera
Nel nome del padre del figlio e dello
Spirito Santo,
Nel nome mio, nel nome tuo, nel nome nostro,
Nel nome della mia famiglia io prego
Nostro Signore proteggi tu mio figlio che poi è anche il tuo…
Tu mi hai benedetto con la sua presenza nel giorno in cui è nato,
Questo amore così grande da sembrar divino e il mio sentirmi quasi come Maria,
Perché quando si diventa madri l'amore che invade il cuore nostro è un amore divino,
Tutte le mamme del mondo lo hanno provato, questo sentirsi così speciali predilette nella presenza dei figli nostri.
Tutti i pori della pelle diventano fonti di sorgente pura e luminosa e niente nessuno potrà mai chiudere i rubinetti a un cuore di mamma.
Padre eterno misericordioso proteggi tu tutti figli del mondo, proteggi il mio che anche il tuo, proteggi me e aiutami nel mio cammino di madre.
Amen.
Anna L.
Padre Nostro
Padre nostro che sei nei cieli infiniti e non mi perdi mai di vista neanche per un istante.
Le risorse si sono esaurite e si è dovuto provvedere a fornirne delle altre e, mentre si cercava dove, mi sono imbattuta in una montagna grande che mi guardava, io le chiesi di aiutarmi e lei mi rispose con il silenzio.
Senza parlare cominciai a camminare e piano piano, mi resi conto che stavo arrivando su in cima.
Senza guardare in giù mi accorsi che tanto tempo era trascorso e la notte mi trovò sprovveduta.
Non avevo neanche fame, avevo solo freddo e sete e la montagna provvide anche a questi bisogni miei che avevo. In un cupo sentiero trovai un ruscelletto che sgorgava acqua fresca e ben pulita, mi dissetai fino a non avere più sete ma, per il freddo non c'era nulla da fare. Dovetti attendere il nuovo giorno con il sole, il quale fece il più presto possibile a scaldare il corpo mio ma, ahimè la notte era stata tanto fredda e tanto dolore incontrai nel mio cammino, con dolcezza mi prese per la mano e con sé mi portò all'aldilà della montagna, il mio corpo rimase steso al sole mentre la mia anima vagava senza paura.
Cercavo di capire ma, non c'era nulla da capire, solo il silenzio riempiva il mio essere di una pace sconosciuta… Tranquilla me ne andavo per di qui e per di là, non feci nessun incontro e non ci fu nessuna attesa.
Solo un sorriso attendeva il mio ritorno.
Vagai e vagai all'infinito senza mai stancarmi, ero vicina e poi mi allontanavo mi riavvicinavo, poi mi staccavo sempre di più da un pezzo di materia che come argilla formava delle cose a me astratte. Tutto era leggero e non vedevo fiori.
In quel momento cercai di parlare ma la mia voce non aveva suono, sentii un rumore che come un battito di cuore pulsava silenzioso nel silenzio.
E poi ebbi un’emozione che all'istante riconobbi: "era il ricordo della paura"; in quel momento incontrai il mio sorriso e feci un occhiolino all'interno della mia anima la quale consapevole , si capovolse in una grande capriola e veloce come un fulmine continuò a girovagare negli spazi infiniti della mia stessa anima senza arrivo e ne partenza… solo e sempre L'assoluto
L. A.
Io so suonare
Piano, pianissimo, forte, fortissimo, Allegro andante…
su questi principi si compongono melodie da pianoforte.
E mentre scrivo, mi vedo seduta al pianoforte a comporre le più belle melodie di questa vita mia.
Devo premettere che non so suonare il pianoforte e nessun altro strumento.
Però ho la voce, anche lei un po' stonata un po' dittatrice, a volte parla anche a sproposito altre invece, è come un disco incantato… E si ripete e si ripete, e si ripete… mamma mia che noia per le mie povere orecchie e quelle degli altri…
Però, vi giuro che mi vedo, forse con la fantasia o forse con il mio desiderio, mi vedo seduta al pianoforte a comporre una musica bellissima, come un tenore canta le sue note più alte e poi quelle più basse e poi tutte due insieme e altre… e altre ancora… vi assicuro ne sento il suono e l'emozione mi fa vibrare il cuore, anche la mia pelle, ho la pelle d'oca, però non sono un'oca
e neanche musicista.
Sono l'obiettivo della mia canzone,
Sono la canzone della mia vita
Sono la vita stessa che come melodia trascorre nella vita e mi scivola fra le dita che sulla tastiera del pianoforte le faccio andare... scorrere veloci così come la vita, lasciando nel mio cuore il ritornello di quel grande trionfo che non è stato.
Non ci sono applausi e neanche spettatori… ci sono io, io, solamente io a comporre con il creato.
La mia esistenza. E chi vi dice che questa non è la sinfonia numero quattro della mia vita triste che con tristezza vede passar le note lente lente, fino all'insorgere del nuovo sole del nuovo giorno, della nuova era.
Ogni giorno è per me un trionfo quando con gli occhi aperti guardo il mio cuore in conflitto con me stessa, di questa guerra persa. E quando con lo sguardo accarezzo le mie mani artefici di tante cose belle e tante melodie… VI GIURO IO SO SUONARE... mostratemi il contrario.
Rosi C.
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